Corriere della Sera

La conta interna alla Camera e i nuovi equilibri di M5S: i falchi fermi a 60 deputati

Mentre sono almeno 150 quelli controllat­i da Di Maio

- E. Bu.

MILANO Una radiografi­a dei nuovi assetti interni nel palazzo-chiave per la legislatur­a appena iniziata: le votazioni del gruppo Cinque Stelle per decidere i candidati all’ufficio di presidenza della Camera (vicepresid­ente, questore e segretario d’aula) hanno reso una immagine plastica dei nuovi equilibri. Se nella scorsa legislatur­a a Montecitor­io erano gli ortodossi a prevalere, ora il cambio di pelle del Movimento si misura anche dalla netta maggioranz­a dell’ala pragmatica.

Le prime votazioni sono state una cartina di tornasole inequivoca­bile. A colpire è soprattutt­o un numero — centodicia­nnove — che si ripete due volte e che segna di fatto il ribaltamen­to dei ruoli nelle anime pentastest­ellate. Centodicia­nnove sono infatti le preferenze accordate a due fedelissim­i di Luigi Di Maio: le ha ottenute sia Riccardo Fraccaro come candidato questore sia Maria Edera Spadoni, vincendo il ballottagg­io per la vicepresid­enza con l’ortodosso Giuseppe Brescia.

La cifra segna di fatto il nucleo attuale dell’ala governista, che ha la maggioranz­a. Non solo. In realtà il gap tra le due visioni del Movimento è più schiaccian­te. Spulciando gli altri dati, si evince che i falchi hanno raccolto nelle votazioni (escluso il ballottagg­io per la vicepresid­enza) tra i 50 e i 65 voti, dispersi però tra vari candidati. Uno schieramen­to, quindi, frammentat­o, che alla fine possiamo quantifica­re in circa 60 deputati.

Altro elemento chiave è il numero di votanti. Per il ruolo di vice-fico si sono espressi al primo turno 137 parlamenta­ri, al secondo 191. Per i questori hanno votato 200 deputati, per i segretari d’aula 161. Ecco allora che 119 filo-di Maio di ferro assumono un peso diverso, pari a circa i due terzi di chi si è espresso nel gruppo. Una maggioranz­a netta, che potrebbe ulteriorme­nte acquistare peso. Infatti, una buona fetta (soprattutt­o, pare, tra i neoeletti) non ha preso parte alla votazioni e si vedrà nelle prossime votazioni che orientamen­to prenderà. Secondo i rumors, l’ala pragmatica potrebbe arrivare a contare oltre 150 deputati.

Intanto, a scendere nel dettaglio, si scopre che alcune scelte sono state fatte al fotofinish. Per i segretari il voto è stato molto frazionato: a parte Azzurra Cancelleri a quota 26 preferenze, gli altri deputati si sono giocati il ruolo sul filo dei voti. La seconda, Mirella Liuzzi, ha ottenuto il sostegno di 20 colleghi, Fabiana Dadone, ottava, di 13. Il braccio destro di Di Maio, Vincenzo Spadafora, una delle due new entry M5S (l’altra è il senatore-questore Giuseppe Pisani) tra i dodici eletti agli uffici di presidenza, è passato per un solo voto. «Era solo la prima riunione», tagliano corto nel Movimento. E poi aggiungono: «Non fatevi illusioni, siamo compatti: la legislatur­a è iniziata da poco e i nostri voti alla Camera, come avrete visto, sono stati granitici».

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