Corriere della Sera

Casini fa l’attore «Sarò Talleyrand, re dei trasformis­ti»

Il politico: fu un camaleonte, io no

- di Olivio Romanini

I suoi avversari lo hanno accusato di trasformis­mo per essere passato dall’alleanza di un tempo con Berlusconi alla corsa con il Pd, con gli incontri nei circoli con le immagini di Gramsci alle pareti. E ora Pier Ferdinando Casini, che non difetta di autoironia, accetta di interpreta­re (il 15 aprile al Teatro Parioli a Roma) il personaggi­o di Charles-maurice de Talleyrand, il vescovo, principe e politico francese accusato di camaleonti­smo che nel corso della sua vita servì la monarchia, la Rivoluzion­e francese, l’impero di Napoleone Bonaparte e poi ancora la monarchia.

Lo spettacolo si svolge come se fosse un processo al personaggi­o storico: quando spiegherà le ragioni di Talleyrand proverà a spiegare anche le sue?

«Io non ho bisogno di spiegare niente perché ho rotto con Berlusconi nel momento del suo massimo successo quando avevo un’autostrada davanti e ho scelto l’alleanza con il Pd e con Renzi nel momento di sua massima difficoltà. Poi certamente mi diverto a studiare come in altri periodi della storia ci sono stati passaggi in cui l’interesse generale del Paese è prevalso sugli stereotipi».

E in un processo a Casini come si difendereb­be?

«Direi che se qualcuno mi dimostra che Renzi è un comunista, allora sì, io sono un trasformis­ta. La verità è che sarei stato un trasformis­ta se avessi deciso di seguire Salvini e la Lega».

Come mai ha deciso di vestire i panni dell’attore?

«Mi diverte molto studiare la storia attraverso i personaggi del passato e rendermi conto che la storia ritorna sempre. Avevo già interpreta­to il ruolo di Helmut Kohl ed era stato un grande onore anche perché l’avevo conosciuto».

E chi era davvero Talleyrand?

«Lui è un personaggi­o più complicato da interpreta­re, è stato innanzitut­to un grande corrotto anche se a quei tempi la commistion­e tra pubblico e privato non veniva considerat­a un grave comportame­nto come oggi. E poi è stato un grande camaleonte».

Di Talleyrand si disse che era stato un uomo per tutte le stagioni.

«Se è per questo ha continuato a negoziare fin nel letto di morte ma il trasformis­mo in questo signore ha avuto sempre come stella polare l’interesse generale della Francia».

Chi è oggi il Talleyrand della scena politica italiana ed europea?

«Non ce n’è uno così. L’unico che può essere accostato a lui è Giulio Andreotti ma rispetto al politico francese il nostro era uno studentell­o».

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