Corriere della Sera

Malala torna a casa «Il giorno più felice, lo sognavo da anni»

La premio Nobel nel luogo dove venne ferita

- Alessandra Muglia

Ha ritrovato la sua camera come l’aveva lasciata oltre cinque anni fa. Piena di trofei scolastici e libri, in bella vista «La commedia degli errori» e «Romeo e Giulietta» di Shakespear­e e una copia della serie tv americana «Ugly Betty».

Malala ha varcato la soglia di casa singhiozza­ndo per l’emozione, si è inginocchi­ata per terra, toccando il fango con gli occhi. Particolar­i raccontati all’agenzia Reuters dall’amico cui la famiglia aveva affittato la casa, nella valle dello Swat, zona tribale nel nordovest del Pakistan, prima di partire in fretta e furia per la Gran Bretagna, dove l’attivista pachistana allora quattordic­enne è stata curata per la grave ferita alla testa.

Malala era stata colpita da un proiettile sparato da un talebano che proprio lei era andato a cercare nell’ottobre del 2012: quella ragazzina che raccontava al mondo in un diario sulla Bbc che la paura dei talebani non doveva fermare le bambine dall’andare a scuola doveva morire. «Ero in coma quando mi hanno portato via e ora torno con gli occhi aperti. Sogno questo momento da anni, mi sembra ancora di sognare. Sono davvero tra voi?” ha chiesto come incredula a parenti, ex compagni di scuola

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Il passato e il futuro e amici che l’aspettavan­o da tempo per riabbracci­arla e riempirla di fiori.

Ieri la sua felicità, incontenib­ile, si è manifestat­a anche su Twitter: «È davvero una grande gioia vedere la casa dei miei genitori, visitare gli amici e mettere i miei piedi di nuovo su questa terra» ha scritto definendo la Valle dello Swat «il posto più bello per me sulla Terra».

Malala era atterrata nella capitale pakistana giovedì all’alba con i genitori e i due fratelli e qui era stata ricevuta dal premier pachistano Abbasi. Il suo arrivo era stato mantenuto segreto fino a quel momento, per motivi di sicurezza. Così come non era stato reso noto se avrebbe potuto proseguire il suo viaggio, di 4 giorni, fino a casa, nello Swat. Poi ieri mattina è stata fotografat­a mentre scendeva dall’elicottero militare che l’ha portata con la famiglia nella sua Valle.

È andata via che combatteva tra la vita e morte, piegata dalla brutalità dei talebani, è tornata da vincitrice, icona globale del diritto allo studio delle ragazze, con un premio Nobel e una lunga serie di conquiste. E anche se ha detto di aver cambiato idea a proposito di una candidatur­a a premier («la politica è complicata») con il suo «Malala Fund» ha investito 6 milioni di dollari Chi è

● Malala Yousafzai è stata ferita gravemente dai talebani in Pakistan nel 2012 a causa del suo impegno a favore dell’istruzione delle bambine

● Nel 2014 ha ricevuto il premio Nobel per la Pace nelle scuole, un’istituto femminile costruito con i soldi del premio Nobel nel suo distretto è stato inaugurato due settimane fa. L’attivista, ora ventenne e universita­ria a Oxford, ha espresso il desiderio di andarla a visitare. Dalla scuola fanno sapere ai media locali che preferisco­no evitare ogni tipo di pubblicità: il timore di diventare un bersaglio resiste anche se la regione, alle pendici dell Himalaya, è stata dichiarata di recente sufficient­emente sicura da essere riaperta al turismo. La battaglia di Malala non è finita.

Avevo detto che avrei studiato per diventare premier del Pakistan ma ho cambiato idea

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 ??  ?? Album di famiglia Malala, seconda da destra con il padre, la madre e il fratello nella sua casa a Mingora nella valle dello Swat nel Pakistan nordoccide­ntale (Foto Afp)
Album di famiglia Malala, seconda da destra con il padre, la madre e il fratello nella sua casa a Mingora nella valle dello Swat nel Pakistan nordoccide­ntale (Foto Afp)

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