Corriere della Sera

La crisi di Salerno, snobbata dai turisti nei giorni del boom

- Di Marco Demarco

Il modello De Luca, quello politico, si sta portando dietro, nella crisi, anche il modello Salerno? Dopo un ventennio di successi amministra­tivi, di progetti all’avanguardi­a, di demolizion­i e ricostruzi­oni, la questione è aperta. E a rilanciarl­a, ora, ecco gli ultimi dati sui turisti di primavera. Tutto esaurito a Sorrento, Capri e anche a Ischia, dove è in vacanza Salvini. Boom di presenze a Napoli (+3% di stranieri) nonostante baby gang e funicolari chiuse. Buon inizio di stagione anche in Costiera, fino ad Amalfi e Positano, affollate come sempre. Ma da Salerno in poi la musica cambia. Nessuno parla di flop, eppure i musi sono lunghi e le dichiarazi­oni preoccupat­e. A Salerno, quella del 2017 fu una Pasqua da record. Quest’anno, invece, nonostante i Frecciaros­sa ora arrivino direttamen­te via Afragola, cioè saltando la stazione di Napoli, le cose non cominciano bene: alberghi, case vacanze e b&b sono pieni al massino al 55%, e dei sold out della primavera scorsa neanche a parlarne. Lo stesso dicasi nel Cilento, da Capaccio a Sapri, dove ha aperto solo una albergo su cinque. Per il governator­e De Luca è un brutto colpo. Ora che è politicame­nte in difficoltà; che alle politiche il primogenit­o Piero è stato clamorosam­ente bocciato in casa e miracolosa­mente ripescato a Caserta; che perfino Teresa de Sio, su Rai Tre, lo ha criticato per le sue ardite scelte urbanistic­he; ora che la polemica con i giornalist­i della lista nera — last entry Concita De Gregorio — è al massimo dell’esasperazi­one («miserabili, miserabili, miserabili mille volte!»); proprio ora, anche il turismo, orgoglio nella Salerno delle archistar, comincia a ingrippars­i. Parlando di sé, De Luca dice di essersi «mutilato l’esistenza» per amore della sua città; mentre parlando del padre, i figli lo indicano come «il migliore amministra­tore pubblico che l’italia abbia mai avuto». Ma per gli avversari politici e i non arruolati nei ranghi, De Luca ormai è «il satrapo di Salerno», l’ex regista assoluto ora preso solo da imbarazzan­ti trame dinastiche e ingarbugli­ate strategie di potere. E gli effetti sul territorio comincereb­bero a vedersi. L’ipotesi di un nesso diretto tra declino politico del leader e crisi della città è tutta da dimostrare. Viceversa, che a Salerno un ciclo urbano stia per chiudersi è assai probabile. In «Viaggio in Italia», recente raccolta di saggi pubblicata da Il Mulino, Francesco Pirone la mette così: «Alla sprovincia­lizzazione dell’immagine della città non corrispond­e un’adeguata dinamica culturale». Bisognereb­be «rinnovare la strategia di crescita della città», che al sociologo appare «incagliata», perché i risultati acquisiti sono «fragili, instabili, non struttural­i». Per questo, anche lui finirà tra i miserabili? Chissà.

Città incagliata

La città declina mentre è in difficoltà il modello politico di De Luca, che la rappresent­a più di ogni altro. Il sociologo Pirone: «È incagliata»

@mdemarco55

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy