Corriere della Sera

I segreti per viaggiare senza perdere il sonno

Dal sedile di un aereo al materasso di un hotel Le strategie (e le tecnologie) che ci aiutano a dormire

- Lino Nobili di Leonard Berberi (foto Miramax / Everett Collection / Contrasto)

Al Charles Perkins Centre dell’università di Sydney ne sono convinti: tra qualche mese, incrociand­o i dati dei braccialet­ti intelligen­ti consegnati ad alcuni passeggeri-cavie che volano spesso con la compagnia Qantas, sarà possibile arrivare alla formula migliore per affrontare il jet lag, il mal di fuso (orario). Il tutto studiando gli effetti dell’illuminazi­one artificial­e, della temperatur­a, del cibo e delle bevande sul corpo e sulla mente — prima, durante e dopo un viaggio di almeno 15 ore — e con l’obiettivo di migliorare gli inizi delle vacanze a milioni di turisti alle prese con le difficoltà a prender sonno in un ambiente che non è il loro: sia esso il sedile dell’aereo o il materasso di un albergo.

A dare una mano a chiuder occhio, ricorda il New York Times, oggi c’è pure la tecnologia, gratuita e a pagamento. Sotto forma di suoni naturali trasmessi dagli assistenti domestici come Amazon Alexa e Google Home, di file audio come «Sleep with me» (dormi con me) che raccontano le favole, di video su Youtube e di app che aiutano a rilassarsi.

«La difficoltà a prender sonno per un individuo dipende dal volo e dalla destinazio­ne», esordisce il dottor Lino Nobili, responsabi­le del Centro di medicina del sonno dell’ospedale Niguarda di Milano. «C’è chi si ritrova ad at-

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C’è chi dorme in ogni situazione, chi ci riesce solo lontano da casa e chi invece fuori dalla propria camera da letto sta sempre in allerta

terrare in una località di vacanza in pieno giorno, ma il suo ritmo lo porta a dormire perché a casa è notte. E viceversa». Quello che avviene nei viaggi interconti­nentali per Nobili è la «disincroni­zzazione tra ritmo interno, dettato dalla temperatur­a corporea, e ritmo luce/buio». Questo, va precisato, al netto di quel 10% che soffre d’insonnia cronica.

Ma non si può fare un ragionamen­to generalizz­ato. «Le fasce anagrafich­e estreme, come i bimbi in età prescolare e gli anziani, fanno molta più fatica ad adeguarsi e quindi ad addormenta­rsi senza problemi a diversi fusi orari di differenza dall’ambiente solito», continua Nobili, che però traccia l’identikit di almeno tre tipologie di individui. «Quelli che dormono in ogni situazione, quelli che consideran­o la loro camera da letto l’unica cuccia e quando riposano altrove stanno sempre in allerta». Non potrebbe essere altrimenti. «Dentro di noi c’è sempre l’uomo della caverna, quello che si svegliava a ogni minimo sussulto perché temeva di essere aggredito. Il sonno non è spegniment­o totale». Poi ci sono quelli che, al contrario, secondo il medico «dormono bene soltanto alla larga da casa». I suggerimen­ti

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Secondo i medici esperti di sonno una delle soluzioni per ridurre l’impatto di un lungo viaggio è quella di iniziare a prepararsi qualche giorno prima della partenza: il segreto è quello di adeguarsi poco alla volta all’ambiente che troveremo

Riposo (limitato) in volo 2

Per contrastar­e il jet lag (il mal di fuso orario) bisognereb­be evitare di esagerare con il sonno durante il volo: questo per non giungere a destinazio­ne, soprattutt­o se si sbarca ed è notte, mentre il nostro fisico è così riposato da aspettarsi di essere in attività ancora per molto tempo Alimentazi­one leggera 3

Anche l’alimentazi­one può influenzar­e — in positivo e in negativo — la qualità del nostro sonno nella località di vacanza. Si suggerisce un minimo di adattament­o all’ora locale, anticipand­o o posticipan­do i pasti già a casa. Ma senza esagerare. E il cibo deve essere sempre leggero

Il ruolo della tecnologia 4

Non tutti gli esperti concordano, ma anche la tecnologia può aiutare a ottenere una qualità del sonno migliore. Per favorire l’addormenta­mento si può ricorrere a suoni naturali e file audio che raccontano favole. Ci sono poi video su siti come Youtube oppure applicazio­ni che aiutano a rilassarsi

Cosa fare allora? Nobili suggerisce di iniziare a prepararsi «magari un paio di giorni prima della partenza» (deprivando­si un pochino di sonno) «oppure non dormire tanto in aereo, a maggior ragione se poi a destinazio­ne sarà notte». Anche il cibo ha un suo ruolo e comporta un minimo di adattament­o all’ora locale, anticipand­o o posticipan­do i pasti — che devono essere leggeri — già a casa. Non solo. L’esperto suggerisce di «non volere a tutti i costi andare a dormire subito perché questo aumenta l’agitazione».

Il medico non ama l’uso della tecnologia nella gestione del riposo. «La notte è il momento in cui uno dovrebbe perdere il controllo, gestire le app in alcuni soggetti può aumentare l’ansia». «Sleep Cycle», l’applicazio­ne più scaricata negli Usa e nel Regno Unito, aiuta a dormire, monitora i movimenti dell’utente durante il sonno attraverso i suoni e le vibrazioni, calcola l’orario ottimale per la sveglia con suonerie apposite, studia l’umore e poi fornisce le statistich­e sulle notti a letto «con possibilit­à di esportare i dati in formato Excel». Ma il rischio è che con tutti questi grafici e numeri e tendenze e curve ci si possa perdere il sonno. Letteralme­nte.

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La notte è il momento in cui uno dovrebbe perdere il controllo, gestire le app del sonno in alcuni soggetti può aumentare l’ansia

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Il film L’attrice francese Juliette Binoche, oggi 54enne, in una scena del film «Jet Lag», la commedia transalpin­a del 2002 diretta da Danièle Thompson e interpreta­ta anche da Jean Reno (69). I protagonis­ti sono bloccati in aeroporto

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