Spagna cattolica Ma non è più il Paese di Franco
Le processioni della Settimana Santa attirano ogni anno centinaia di migliaia di turisti nelle città spagnole. Ma non si lascino ingannare: nel XXI secolo, si tratta — sostiene El País — solo di una «buona scusa per rivivere tradizioni antiche, ma che non hanno nulla in comune con la Spagna del nazionalismo cattolico dell’epoca di Franco». profonda rivoluzione culturale, in Italia nulla cambia. E a poco è valso l’appello delle giornaliste italiane che si sono rese disponibili a indagare i casi di molestie come fa la stampa americana.
La campagna di delegittimazione delle parole di Asia Argento, tra le prime ad aver scoperchiato il caso Weinstein, è emblematica. In gergo si chiama «victim shaming», il processo alle intenzioni della vittima. Era complice del suo carnefice? Ha detto chiaramente no? Ne ha tratto vantaggio? Al contrario, sulla struttura di potere che consente a un uomo di poter ricattare sessualmente una donna in cambio di opportunità si tace. Non stupisce, quindi, il silenzio delle vittime.
Tanta diversità tra le due sponde dell’atlantico è stata l’oggetto del lavoro della sociologa Kathrin Zippel, che in un libro non recente ma ancora attuale (The Politics of Sexual Harassment) fa luce sulle percezioni di Europei e Americani. Se c’è unanimità nel condannare la molestia nella sua accezione «verticale», intesa come ricatto sessuale, le posizioni divergono sulla sua accezione orizzontale, soggettiva, come comportamento — dalle battute sessiste agli inviti a cena — che crea un ambiente di lavoro ostile. E tuttavia, basterebbe poco per uscire da tale ambiguità. Non si tratta infatti di sostituire la caccia alle streghe con la caccia agli stregoni, né di rimpiazzare un diritto per un altro, ma di smascherare la molestia sul lavoro per ciò che è: una struttura di potere che concede e limita le opportunità di chi la subisce.