Passata la paura la Lazio esagera
Il Benevento in 10 va in vantaggio, poi crolla
ROMA Alla fine è tutto bello, per la Lazio: il risultato sa di festa, il 3° posto della Roma si avvicina, l’attacco è nettamente il migliore del campionato, Immobile vola in testa ai cannonieri. Potere dei numeri: il 6-2 fa impressione. Per un’ora, però, la squadra di Inzaghi è stata orribile, forse la peggiore della stagione, e il Benevento — in 10 addirittura dal 7’ per l’espulsione del portiere Puggioni — si era decisamente meritato il vantaggio. Poi si è squagliato e forse era inevitabile che capitasse, perché quasi 90 minuti con un uomo in meno sono impervi per chiunque, figurarsi per chi in 14 trasferte non ha preso nemmeno un punto, ha incassato 33 gol, ne ha segnati appena 5. Raggiunti i campani sul 2-2 con Caicedo, e poi superati su azione d’angolo (grazie a una marcatura approssimativa su De Vrij), la Lazio ha dilagato oltre ogni merito. Ma servirà altro per inseguire i due sogni che le restano: l’europa League (giovedì arriva il Salisburgo) e un posto in Champions.
Eppure la gara sembrava essere durata un battito di ciglia. Il tempo di sfiorare il gol con Lombardi, un ex, e il Benevento si era trovato in 10 a causa di un’uscita di Puggioni fuori area con le mani. De Zerbi, partito con una prudente difesa a tre, era passato al 4-4-1, lasciando come unica punta il leggero e immarcabile Guilherme. Attaccanti veri zero, insomma, e prospettive fosche: il gol di Immobile (19’) pareva l’inizio di una passeggiata. Macché: una punizione di Cataldi, altro ex, riequilibrava il risultato, e la Lazio si spaventava al punto da non creare praticamente più nulla. Inzaghi nella ripresa cambiava modulo, però per un quarto d’ora anche il nuovo 4-2-4 (con Felipe Anderson e Luis Alberto sulle fasce, Immobile e Caicedo in mezzo) non dava risultati. Anzi era proprio il Benevento a colpire: fuga ancora di Lombardi, cross basso per Guilherme, incredibile e strameritato 2-1.
La Lazio viveva minuti di panico vero, temendo di rovinare un percorso brillante e sorprendente di fronte all’ostacolo più basso, finché un’invenzione di Luis Alberto per Caicedo (scucchiaiata di destro per il sinistro dell’ecuadoriano) non spaccava il Benevento, che si consegnava all’avversario, finendone travolto sotto i colpi di De Vrij, ancora Immobile (servito dall’improvvido Brignoli), Leiva e Luis Alberto (su rigore, che Nani si era procurato e voleva calciare). Alla fine i gol erano 6. Tanti. Stavolta troppi.