Corriere della Sera

D’antoni a Houston è pronto per la gloria «Sono vecchio, ora non mi fregano più»

I Rockets ai playoff Nba col record migliore: «Il segreto? Non ho mai cambiato il mio basket»

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Avanti tutta verso il Grande Sogno e la corona che gli manca: guidare una squadra al titolo Nba. Mike D’antoni, l’indimentic­ato Arsenio Lupin dell’olimpia Milano, ma anche il coach di una Treviso importante, si appresta ad arrivare ai playoff con il miglior record della lega. A quel punto, ai suoi Houston Rockets basterà vincere sempre in casa per laurearsi campioni. Facile a dirsi, meno a farsi. Ma mai come questa volta Mike ha l’arma letale in mano: la squadra fondata su James Harden, Chris Paul e su un «contorno» — si fa per dire — eccellente potrebbe regalargli quanto ha fin qui inseguito invano, incluse piazze importanti (e ingombrant­i) Orgoglio

Oggi mi diverto, ma non scordo quando dicevano che le mie squadre non difendono: barzellett­e E se vinco mi regalo un altro anno in panchina... Capela (nazionale della Svizzera, ndr): è diventato un centro dominante. In linea generale è la crescita in difesa che ci ha proiettato al vertice».

Così la pianterann­o di dire che le squadre di D’antoni pensano solo all’attacco.

(risata sarcastica) «Quella era una barzellett­a che mi sono stufato di sentire».

Vede quest’annata come una rivincita sui detrattori, tipo i giornalist­i di New York o il Magic Johnson che a Los Angeles le ha messo la piazza contro?

«Non mi interessa rivalermi su nessuno. Io sapevo solo che tipo di basket avrei voluto allenare.

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Per vari motivi non sono mai stato un numero 1, nella Nba. Ma tanti altri non hanno vinto e non vinceranno. Peraltro, per me è decisivo non cambiare filosofia: coerenza, prima di tutto».

C’è qualcosa di particolar­e che prova a essere davanti a tutti nell’nba?

«La principale emozione è sempre quella di essere un coach di questa lega. Mi considero fortunato, ma sono anche orgoglioso del passato: al paradiso ero già arrivato da tempo. Oggi mi sto divertendo un sacco, ma non scordo la prima parte della carriera tra i “pro”, così come non dimentico l’esperienza in Europa».

Sia sincero: immaginava di trasformar­e in questo modo i Rockets?

«Solo in parte. Il progetto era su 4 anni. I tempi sono stati abbattuti perché non sapevo che Tucker fosse così forte: tante cose mi hanno sorpreso, questa più di altre».

Dicono che lei sia cambiato, come allenatore.

«Si cambia, certo. Si cerca di lasciar correre, di non creare problemi. Oggi apprezzo di più le cose positive rinunciand­o a evidenziar­e gli aspetti negativi: in breve, non sono un rompiballe. Il vantaggio di essere vecchio è che ho già visto tutto e che non mi fregano più: so scegliere ciò che è utile». Primo

● Agli Houston Rockets, primi con 62 vittorie e 14 sconfitte nella regular season Nba (82 gare), basta una vittoria per assicurars­i il fattore campo in tutti i playoff

● I playoff inizierann­o il 14 aprile. Le finali (al meglio delle sette partite) scatterann­o il 31 maggio

Il suo capolavoro è stato inserire James Harden in un sistema di gioco.

«Premessa: è una fesseria dire che Harden è adatto solo a un tipo di basket, lui va bene in qualsiasi schema. La domanda, piuttosto, è un’altra: com’è possibile sfruttarlo al massimo? Risposta: calcolando che prima di tutto è un playmaker. Sono entrato nel cuore del suo talento».

Che cosa leverebbe ai Golden State Warriors?

«Un po’ della loro qualità diffusa. Proveremo a farlo con il nostro gioco».

Perché potreste vincere voi?

«Perché abbiamo una panchina esperta e perché alla fine faremo il tiro ideale al momento

d Futuro

I favoriti sono i Warriors, ma al titolo penso eccome. Sono cambiato? Il vantaggio dell’età è che hai già visto tutto e sai scegliere ciò che ti serve

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(Ap) Terzo anno Mike D’antoni, 66 anni, allena gli Houston Rockets dal 2016
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(Ap) Stelle James Harden (a sinistra) e Chris Paul. Stelle indiscusse dell’nba, quando Paul è arrivato a Houston dai Los Angeles Clippers la loro coesistenz­a tecnica sembrava un problema. D’antoni lo ha risolto, facendo della coppia il valore aggiunto dei...

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