Corriere della Sera

MANCANO RISPOSTE PER L’AUTISMO

- di Antonia Costantino*

Idisturbi dello spettro autistico sono comuni e invalidant­i, durano tutta la vita e colpiscono 1 bambino ogni 100. La prognosi, in termini di sviluppo di autonomie personali e sociali e, in genere, di qualità della vita e carico per le famiglie, è condiziona­ta dalla precocità della diagnosi e dalla tempestivi­tà e appropriat­ezza degli interventi, oltre che dalla presenza di altri disturbi del neurosvilu­ppo e dal grado di compromiss­ione del funzioname­nto cognitivo, comunicati­vo e linguistic­o. A fronte di quadri funzionali diversi, è fondamenta­le la personaliz­zazione degli interventi. I trattament­i vanno calibrati in base a fasce d’età, profili funzionali, gravità, finestre evolutive e bisogni prevalenti, nonché sui punti di forza di ciascun bambino e famiglia. Si deve partire dal trattament­o con le maggiori evidenze scientific­he e se non efficace o adatto passare ad altri approcci, sempre basati sulle maggiori evidenze. Ce lo insegnano i risultati delle esperienze, più avanzate, presenti a macchia di leopardo, ma che hanno, però, in questi anni, concorso a determinar­e positivi cambiament­i. La maggior sensibiliz­zazione ha portato a migliori e più ampie reti di solidariet­à, a iniziative a supporto dell’inclusione scolastica, lavorativa e sociale, a un progressiv­o abbassamen­to dell’età della prima diagnosi e all’intercetta­zione di situazioni lievi che in passato sfuggivano, nonché a un effettivo coinvolgim­ento attivo dei genitori nei percorsi di cura e a una diffusa consapevol­ezza che gli interventi vanno basati sulla maggiore appropriat­ezza possibile. La maggiore criticità è l’assenza di una seria programmaz­ione strategica sanitaria e sociale e di adeguati investimen­ti sui servizi per bambini e famiglie. Mancano le condizioni che permettono l’effettiva erogabilit­à degli interventi previsti dai LEA: personale sufficient­e, in servizi con organizzaz­ione adeguata e omogenea, che garantisca­no la formazione permanente degli operatori. Tra i bambini con disturbo del neurosvilu­ppo, solo 1 su 2 ottiene un percorso diagnostic­o nei servizi pubblici di neuropsich­iatria infantile, e solo 1 su 3 una risposta terapeutic­a. Meno di 1 su 10 riesce ad avere risposte da un servizio per l’età adulta. Sono numeri indegni di un Paese civile e per i quali, in caso di problemi di salute più veniali, ci sarebbero campagne mediatiche e proteste di piazza. Assistiamo, invece, al balbettio delle istituzion­i, che non riescono a dare risposte omogenee.

* Presidente Società Italiana di Neuropsich­iatria dell’infanzia e dell’adolescenz­a

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Per saperne di più sugli argomenti di nutrizione e alimentazi­one http://www. corriere.it/ salute/ nutrizione

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