«Io non lavo i piedi ai migranti» La lite tra i frati
Manduria, il diverbio durante la messa L’altro religioso: deluso, li volevo in chiesa
Quel che è certo è che i dodici migranti scelti per il rito della «Lavanda dei piedi», in chiesa non si sono visti. Anche se erano stati avvertiti per tempo dai volontari della Caritas in vista della funzione del Giovedì Santo, quella delle 19. Il perché dell’assenza è emerso proprio durante la messa, nel corso di un bisticcio tra i due frati — padre Gabriele, 78 anni, e padre Leonardo, «pluriottuagenario» — che stavano dividendosi la celebrazione. È stato proprio quest’ultimo a sbottare durante l’omelia del collega in cui c’era stato l’accenno all’imprevisto cambio di programma: «Se fossero venuti loro qui non ci sarei io». La frase di padre Leonardo pronunciata davanti l’altare ha gelato i fedeli, circa duecento assiepati per la funzione nella parrocchia di San Michele Arcangelo, a Manduria, borgo nella Puglia zeppo di bellezze medievali che s’affaccia sul golfo di Taranto.
Che i due religiosi responsabili della parrocchia, appartenenti all’ordine ecclesiastico dei «Servi di Maria», abbiano vivacemente battibeccato — anzi «scasciato», come hanno ripetuto in dialetto i devoti passandosi la voce tra le strette stradine del centro storico — lo conferma anche la diocesi di Oria e Manduria, retta da monsignor Vincenzo Pisanello. Il vescovo ha subito voluto vederci chiaro, tanto da presentarsi alle 7 e 30 del Sabato Santo all’ingresso della chiesetta di San Michele per una «visita ufficiale». Incontro a porte chiuse, ramanzina garbata ma netta. Dalla segreteria del presule filtra poco altro: se non che la lite si sarebbe accesa per una specie d’incomprensione. Ovvero: padre Gabriele avrebbe avuto l’idea di chiamare i dodici migranti e di lavare loro i piedi per il Giovedì Santo, dimenticando però di avvertire padre Leonardo, il priore, che, accortosi dei preparativi, si sarebbe inalberato opponendo il «niet». Insomma: nient’altro che la conseguenza di una sbadata «indelicatezza» da parte del frate più giovane.
Tutt’altra impressione è stata invece quella dei fedeli alla Messa, raccontata con una certosina cronaca dal sito «La Voce di Manduria» e poi rilanciata sui social con commenti di questo genere: «Stasera il razzismo è salito sull’altare».
Secondo il racconto di chi era lì, padre Gabriele nella sua omelia avrebbe motivato l’assenza dei migranti al rito della Lavanda prendendola alla larga: «Avremmo voluto, ma non siamo riusciti a organizzare l’iniziativa...». A questo punto la lite: «Ma perché non dici invece che sono stato io a volere così?» avrebbe detto il priore. Aggiungendo: «Se ci fossero stati loro qui non ci sarei io».
Ora padre Gabriele butta acqua sul fuoco. Prima però racconta di provenire «da Luzzano, un luogo nel Beneventano che per gli americani era la fine del mondo dato che non c’erano strade. Sono un ex sessantottino, mi sono laureato in teologia mentre lavoravo come operaio in Svizzera, poi ho preso i voti: sempre in periferia, sempre con gli ultimi». Un respiro, e riprende: «L’idea di lavare i piedi ai migranti è una delle tante che ho. Stavolta non è andata in porto: è che oramai sono vecchio, ho subìto 14 operazioni e non ho più la forza di una volta. Ricordo che per un Giovedì Santo di 40 anni fa caricai dodici anziani tra i più poveri della periferia di Taranto e i piedi li lavai a loro. No, nessuno mi disse di non farlo...».
Lo sconcerto
I commenti sui social dei fedeli amareggiati: «Stasera il razzismo è salito sull’altare»