Corriere della Sera

LA RETE È L’ARMA PIÙ FORTE E SIAMO SOLO ALL’INIZIO

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Caro Aldo quindi Facebook non è una grande comunità di amici che si scambiano immagini, video, opinioni e condividon­o pezzi di vita, ma una gigantesca macchina commercial­e che sottrae, registra, annota, comunica, cede, affitta e vende i dati personali (dalle preferenze sui viaggi sino probabilme­nte alla salute) dei suoi utenti, una generazion­e di esibizioni­sti che mette in Rete anche la foto del piatto che sta mangiando. Speriamo che questa scoperta «dell’acqua calda» rinsavisca un po’ tutti. Luca Alfonsi

Caro Luca,

Èvero: che i signori della Rete non fossero benefattor­i, ma padroni delle anime che stanno accumuland­o in pochissime mani enormi quantità di denaro, di informazio­ni e quindi di potere, non è una novità. Ma non sono ancora del tutto chiari gli sconvolgim­enti che la rivoluzion­e digitale sta portando nelle nostre vite, nelle relazioni tra le persone, nella politica.

La Rete è la nuova ideologia, forse la nuova religione. È l’arma più forte. Sul web non si fa solo la comunicazi­one politica; si formano le decisioni, si decidono le elezioni. La Rete collega i malumori, li rinfocola, li alimenta. E la Rete ci rende manipolabi­li, se non manipolati. La Rete sa se siamo malati, e ci fa sapere che il tal partito ostacola la ricerca sulla nostra malattia. Sa quale lavoro facciamo, e ci informa che il tal altro partito è nemico della nostra categoria. A volte crea fake un po’ ridicoli. Più spesso ci trincera nel bunker in cui siamo rinchiusi, ci conforta nelle nostre opinioni e nei nostri pregiudizi, ci fa incontrare solo persone che la pensano come noi, e conferma gli odiatori nelle loro cupe ossessioni.

Il rischio non riguarda solo i vecchi politici, che spesso meritano il disprezzo che li circonda. Secoli di cultura rischiano di essere spazzati via dal web. I nativi digitali avranno certo grandi opportunit­à; ma saranno forse la prima generazion­e a non aver mai letto un libro, non aver mai sfogliato un giornale, non essere mai andati all’opera, a teatro, a un concerto, magari neppure al cinema. La marea di clic premierà a volte il talento, ma più facilmente lo travolgerà a favore del nuovo conformism­o; provate a leggere gli scrittori dell’era digitale: la loro povertà linguistic­a e culturale è imbarazzan­te.

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