Zizou tra passato e presente «Due squadre, stesso Dna»
TORINO Il serafico Zizou non si scompone neppure quando gli chiedono se un giorno potrà allenare la Juventus. «Mai dire mai ma no es la questione», dice mischiando italiano e spagnolo. La questione è una partita da vincere e un record da centrare. La terza Champions di fila è l’ossessione dei Blancos. Per Zinedine Zidane l’unica possibilità di rimanere nel galattico ufficio di Valdebebas: «Non vivo nel futuro, perché so quanto sia complicato il mio lavoro. Specialmente se alleni il Madrid...».
Florentino Perez, che pure stravede per il suo tecnico, si sta guardando in giro. Troppe cadute e la tentazione di cambiare. Gli spagnoli hanno mollato in fretta la Liga (sono terzi a 13 punti dal Barcellona) e la Coppa è una ragione di vita. Zidane è il mago di certe notti da roulette russa. Mai ha perso una sfida europea a eliminazione diretta, che affronta con apparente distacco, quasi non toccasse a lui.
Zizou ha smesso di giocare la sera che l’italia ha vinto il Mondiale del 2006 e prima di ereditare da Benitez la panchina più prestigiosa del mondo, dentro il Real Madrid ha fatto un po’ di tutto, suggeritore di Florentino, secondo di Ancelotti, allenatore del Castilla. È temprato alle pressioni. Le conosce e proprio perché non le domina, riesce a tenerle lontane. Anche stavolta il distacco dalle cose terrene può essere l’arma in più per arrivare lucido alla partita. La Juve è parte del suo passato e non la rinnega: «In 5 anni ho imparato moltissimo, come giocatore e come persona. Qui mi hanno fatto sentire subito come uno di famiglia e ho grandi ricordi. Ma adesso sono dall’altra parte...». E non si amareggia per la probabile indifferenza con cui lo accoglierà lo Stadium dove, prima di ieri, aveva messo piede solo una volta, nel giugno di 4 anni fa, per una partita delle leggende tra Juve e Real, giocando un tempo con i bianconeri e un altro con gli spagnoli. Stasera l’effetto sarà diverso. L’enigmatico Zidane sa di essere favorito, ma conosce troppo bene la Juve per non temerla: «Loro sono il Madrid dell’italia. Si sfidano due squadre con lo stesso Dna». Gelido alla meta. Impermeabile anche di fronte alle emozioni. Così si è messo alle spalle il trionfo di Cardiff. Dieci mesi dopo, Zidane giura che non sarà condizionato da quella serata indimenticabile: «Perché la partita di stasera non ha niente a che vedere con quella. È un’altra storia anche se noi speriamo che il risultato sia lo stesso». Con Isco forse, favorito su Vazquez, Bale e Asensio. Di sicuro con Cristiano Ronaldo. Una specie di assicurazione sulla vita.
Obbligo di vittoria Zidane: «Non vivo nel futuro, so quanto è complicato questo lavoro se alleni il Real»