«Venduti i dati Facebook di 87 milioni di persone»
Cambridge Analytica, l’ammissione del social network. In Italia sono circa 214mila
«È stato un mio errore. Un mio grande errore». Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, si scusa dopo lo scandalo della vendita dei dati di 87 milioni di utenti (fino a ieri si credeva fossero 50 milioni) e l’utilizzo da parte della società di consulenza Cambridge Analytica.
I dati di 87 milioni di utenti Facebook — 70 milioni e 632 mila negli Stati Uniti — potrebbero essere stati esposti all’utilizzo improprio da parte di Cambridge Analytica. Non si tratta, quindi, dei soli 50 milioni di amici dei 270 mila che avevano scaricato l’applicazione thisisyourdigitallife, come ricostruito dalle inchieste di New York Times e Guardian che lo scorso 17 marzo hanno scoperchiato il vaso di Pandora delle informazioni sfruttate dalle cosiddette terze parti.
«È stato un mio errore», ha ribadito Mark Zuckerberg ai giornalisti, annunciando un deciso taglio dei dati a disposizione degli sviluppatori di prodotti digitali collegati a Facebook (e anche a Instagram). Non si potrà più, inoltre, cercare profili altrui usando email e numeri di telefono (a tutela della privacy degli utenti). Ha poi rimarcato di essere saldamente al comando di Menlo Park. «Sono ancora io la persona migliore per gestire Facebook. Si fanno degli errori e si impara lungo la strada. Ammetto che non ci siamo resi conto a sufficienza di quali fossero le nostre responsabilità», ha dichiarato, sottolineando come per ora lo scandalo non abbia avuto «alcun impatto significativo» sull’utilizzo da parte degli utenti. Secondo i dati comunicati ieri sera dal social network, in Italia a scaricare l’app del ricercatore di Cambridge Aleksandr Kogan sono state 57 persone, che hanno concesso l’accesso alle informazioni di 214.077 amici. Sono 214.134, quindi, i connazionali potenzialmente coinvolti nell’attività di Cambridge Analytica, che nel 2012 aveva lavorato con un partito italiano «che aveva avuto successo l’ultima volta negli anni 80».
Dopo gli Usa, i Paesi maggiormente coinvolti sono le Filippine, l’indonesia e, con un milione di utenti, il Regno Unito. Nel resto della lista delle dieci zone più interessate non compare l’europa, in cui il 25 maggio entrerà in vigore il nuovo regolamento per la protezione dei dati personali: Zuckerberg ha chiarito — smentendo le voci circolate ieri durante la giornata di ieri — che quanto previsto in termini di trasparenza o portabilità dei dati verrà applicato anche nel resto del mondo. Da lunedì prossimo, chi può essere stato coinvolto nello scandalo di Cambridge Analytica verrà avvisato dal social. Tra sette giorni, invece, Zuckerberg dovrà rispondere dell’accaduto anche davanti al Comitato per l’energia e il commercio della Camera Usa. Per l’imprenditore 33enne si tratta di una delicata prima volta davanti al Congresso americano.
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