Cassa depositi in campo per Tim Ipotesi acquisto fino al 5 per cento
Il consiglio del gruppo controllato dal Tesoro e dalle fondazioni bancarie. Il dossier Saipem
La Cassa depositi (braccio finanziario del ministero dell’economia) è pronta all’ingresso in Tim. L’orientamento sarebbe quello di rilevare fino al 5% del capitale della società che al momento vede come primo socio, con il 24%, la francese Vivendi di Vincent Bolloré. Da molto tempo si discute se la Cassa possa avere ruolo nella rete, ma in realtà questo intervento servirebbe a tutelare il «sistema Italia».
Il dossier Tim arriva oggi sul tavolo del consiglio della Cassa depositi e prestiti, braccio finanziario del ministero dell’economia. E’ un dossier centrale per le comunicazioni in Italia. L’orientamento sarebbe quello di rilevare fino al 5% del capitale della società che al momento vede come primo socio, con il 24%, la francese Vivendi di Vincent Bolloré. Da molto tempo si discute se la Cassa possa avere ruolo nella rete, ma in realtà questo intervento, secondo fonti vicine al dossier, servirebbe a tutelare il sistema Italia.
Nella strategia di Cdp il presidente del consiglio del governo uscente Paolo Gentiloni con i ministri Pier Carlo Padoan e Carlo Calenda (in rappresentanza del Tesoro, azionista con l’82,77%) risultano allineati al presidente dell’acri Giuseppe Guzzetti (le fondazioni bancarie sono al 15,93%) e ogni mossa sembrerebbe verificata anche con le principali forze del panorama politico.
Si apre così un altro «fronte» per Vivendi, già minacciata dal fondo attivista americano Elliott, che secondo le ultime indiscrezioni avrebbe arrotondato la propria quota portandola in «zona 10%». E’ uno scenario in grande movimento. La discesa in campo di Cdp, che avviene in chiave anti francese, potrebbe affiancarsi alla strategia di Elliott. Intanto incombono ben due assemblee del gruppo telefonico, il 24 aprile e il 4 maggio. Quest’ultima, con all’ordine del giorno il rinnovo del consiglio, è stata confermata ieri dalla stessa Tim, che ha ricordato ai soci interessati il termine del 9 aprile per la presentazione delle liste di candidati per la nomina del board. A quanto pare, Assogestioni avrebbe rifiutato l’offerta di Elliott per la presentazione di una lista unitaria.
Sul tema della rete l’amministratore delegato di Tim, Amos Genish, è intervenuto ieri in un’intervista al quotidiano francese «Les Echos»: è un «imperativo» che Tim «controlli la sua rete. Dove gli operatori non hanno seguito questa strategia (ci sono esempi negli Usa, in Australia, o in Nuova Zelanda...) ciò ha creato rischi inutili per una resa molto debole o nulla», ha detto il manager. Lo stesso Genish, in merito all’intesa tra Mediaset e Sky, ha invocato l’intervento dell’antitrust:
Il fondo attivista
I francesi devono fare anche i conti con il fondo attivista Usa Elliott, che secondo ultime indiscrezioni sarebbe arrivato in «zona 10%»
«Non è nell’interesse degli italiani che ci sia meno concorrenza nel mercato della pay tv. Se necessario, chiederemo dei rimedi». E proprio l’autorità garante della Concorrenza e del mercato avrebbe inviato ieri due lettere, una a Mediaset e l’altra a Sky Italia, chiedendo chiarimenti sull’intesa appena siglata sui contenuti, con le risposte attese entro una settimana.
Ma non ci sono solo le telecomunicazioni sul tavolo del board di oggi di Cdp. All’ordine del giorno anche il rinnovo delle nomine in Saipem, in una strategia che risulta concordata con l’eni: la Cassa depositi e il Cane a sei zampe hanno in mano, insieme, il 43% del gruppo di servizi petroliferi.
Tra l’altro, si avvicina anche il rinnovo dei vertici della stessa Cdp, a cui fanno capo quote in una lunga lista di aziende (e fondi), dal mercato delle poste a quello dei finanziamenti, del mattone e della già citata energia. Solo per citare alcuni esempi.