Da Grasso aperture al Movimento Bonino: chi governa sfumi le promesse
Al termine delle consultazioni dei 3 presidenti per primi saliti al Quirinale — Elisabetta Casellati, Roberto Fico e Giorgio Napolitano — nessuno degli interlocutori del capo dello Stato se la sente di dichiarare: «Non vi stupite» di questo silenzio, sintetizza l’ex inquilino del Quirinale, che pure di crisi difficili ne ha viste tante. La presidente del Senato e il presidente della Camera — lei in auto, lui a piedi rischiano di incrociarsi sul piazzale del Quirinale — dicono solo «buongiorno» quando sfilano alla Vetrata. Però i 40 minuti concessi da Sergio Mattarella alla presidente non passano inosservati rispetto al tempo minimo utilizzato da Fico. Che però nel momento di scalare il Colle era stato il più espansivo: «Stiamo facendo allenamento, abbiamo migliorato».
Il pomeriggio, poi, fila via con le delegazioni di Svp, Misto, Leu, Civica e popolare, socialisti, Noi con l’italia e +Europa che consegnano a Mattarella indicazioni per ora non risolutive. «Mai con il centrodestra, disponibili ad appoggiare i 5 Stelle», dice Pietro Grasso. Emma Bonino aggiunge: «Chi ha l’onere di governare deve sfumare le promesse elettorali». Il ministro Beatrice Lorenzin insiste: «I vincitori si siedano intorno a un tavolo». Riccardo Nencini lamenta l’abbuffata di nomine di M5S e centrodestra. Manfred Shullian parla direttamente in tedesco. Juliane Unterberger fa un richiamo ai valori europei.
E solo in serata arriva un brivido quando Giorgia Meloni porta a Mattarella un auspicio e una notizia: al «probabile» secondo giro di consultazioni il centrodestra deve andare al Colle con una sola delegazione; Fratelli d’italia ha chiesto a Fico che la commissione speciale per il Def affronti anche la materia elettorale. Per il resto, FDI conferma: governo (anche di minoranza) a guida Salvini. Si riparte oggi con il Pd, Forza Italia (senza Tajani, ma ci sarà Berlusconi), Lega e M5S. Poi la parola al capo dello Stato che, forse, si limiterà a dettare un comunicato.