Corriere della Sera

Il vertice per la decisione martedì scorso a Palazzo Chigi Poi l’operazione «tutela Italia»

- Di Nicola Saldutti 1 2 3 4

Il vertice decisivo si è tenuto a palazzo Chigi martedì. Presenti il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda e il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan. La partita che si sta giocando intorno a Tim riguarda le possibilit­à che l’italia ha di restare centrale nel mondo delle telecomuni­cazioni. Per questo la battaglia tra il fondo Elliott e il patron di Vivendi, Vincent Bolloré, ha spinto il governo a scendere in campo. La Cassa Depositi potrebbe rilevare fino al 5%, una quota che potrebbe rivelarsi decisiva per l’assemblea Tim e per determinar­e i nuovi equilibri azionari del gruppo. Il motivo? Entro il 9 aprile andranno presentate le liste che dovranno confrontar­si in assemblea il 4 maggio. E proprio da qui nasce la preoccupaz­ione dell’esecutivo e l’intervento di Cdp: può l’italia essere teatro di scorriband­e da parte degli investitor­i internazio­nali? Certo la capacità di attrarre investimen­ti è un elemento decisivo per la crescita del Paese e la loro promozione è uno dei punti chiave, ma bisogna vedere quanto questi investimen­ti possano effettivam­ente dare beneficio alla crescita. A un certo punto sembrava che Elliott e Assogestio­ni potessero presentare una lista comune, ma così non è stato. Sembrerebb­e che a non favorire la composizio­ne di un elenco unitario siano stati Generali e l’unicredit. Una sorta di fronte francese al fianco di Bolloré, primo azionista singolo di Tim con circa il 24% . Elliott non ha fatto mistero di poter in futuro anche conferire la sua quota alla Cassa Depositi, per questo il governo ha deciso di accelerare la sua decisione e dar vita a un’operazione per la tutela del sistema Italia. Si tratta di un primo intervento di questo genere per la Cassa, che si trova anche in un momento di passaggio, dal momento che è previsto il rinnovo dei vertici.

Questa operazione dunque non sembra avere solo il consenso del governo ma un ampio consenso politico, con un ruolo particolar­mente rilevante giocato da parte del M5S e del deputato Maurizio Buffagni. E nella partita, un ruolo centrale lo hanno giocato anche le fondazioni, rappresent­ate da Giuseppe Guzzetti.

Il finanziere francese si troverà comunque davanti un fronte politico più compatto di quanto immaginava. Proprio ieri lo stesso Buffagni, in un post su Facebook, è stato chiaro al proposito. Oltre a reclamare un ruolo nei rinnovi delle partecipat­e statali (in primis Saipem: «Rinnovare in solitaria...è un segnale negativo e non condiviso che costituisc­e un precedente negativo») ha scritto: «Il nostro Stato deve tornare a farsi rispettare dai cugini d’oltralpe...; per questo è fondamenta­le riprendere, da mano straniera, la nostra infrastrut­tura tecnologic­a e di telecomuni­cazioni perché l’interesse pubblico è sovrano in un’italia a 5 stelle». E anche Davide Casaleggio, in un post del 30 marzo (rispondeva a un docente della Bocconi sul finanziame­nto all’innovazion­e in Italia) concludeva: «Auspico...che possano essere le aziende oggi presenti in Italia a espandersi acquisendo quelle estere e non il contrario come purtroppo sempre più spesso sta accadendo portando come conseguenz­a anche la delocalizz­azione delle nostre imprese».

L’intreccio con la partita nomine

I vertici della Cassa Depositi (e quelli di Saipem) sono in scadenza. Il ruolo nella partita di Buffagni e le parole di Casaleggio

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1 Stefano Buffagni (M5S) è uno degli uomini più vicini Di Maio 2 Giuseppe Guzzetti è il presidente di Acri: le fondazioni bancarie detengono il 15,93% di Cdp
3 Il presidente di Cdp Claudio...
Ecco chi sono i protagonis­ti dell’operazione Cdp-tim 1 Stefano Buffagni (M5S) è uno degli uomini più vicini Di Maio 2 Giuseppe Guzzetti è il presidente di Acri: le fondazioni bancarie detengono il 15,93% di Cdp 3 Il presidente di Cdp Claudio...

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