«Noi siamo indisponibili con chi vuole escluderci» Berlusconi ritorna in scena
L’ex premier oggi da Mattarella (ma non ci sarà Tajani)
ROMA Silvio Berlusconi salirà oggi al Colle per il primo giro di consultazioni insieme ai capigruppo di Forza Italia (non ci sarà Tajani). Si prenderà, o forse sarebbe meglio dire riprenderà, la sua porzione di legittimazione politica e mediatica, che qualcuno, in primo luogo i Cinque Stelle, mettono in dubbio. Dirà a Sergio Mattarella, chiedendo considerazione e insieme comprensione, che ritiene «intollerabili» i toni e i veti di Di Maio. Prometterà, prima di ogni altra cosa, che il centrodestra è unito e tale rimarrà, a dispetto dei retroscena, dei gossip di Palazzo, dei presunti accordi sottobanco fra Lega e grillini.
L’ex presidente del Consiglio si presenterà davanti al capo dello Stato facendo pesare la sua rappresentanza parlamentare, quella di Forza Italia come dell’intera coalizione, e si dirà disponibile ad appoggiare un governo che abbia come candidato naturale Matteo Salvini, o un esponente della Lega. Oppure, come «extrema ratio», una figura terza, in grado di coagulare una maggioranza parlamentare.
I punti salienti della posizione di Forza Italia sono stati definiti ieri in un vertice di oltre tre ore a Palazzo Grazioli. Insieme al Cavaliere andranno al Quirinale, come consuetudine, i capigruppo, dunque Anna Maria Bernini e Mariastella Gelmini. In una nota diffusa al termine della riunione Berlusconi e i suoi dirigenti ribadiscono con forza «l’indisponibilità per qualunque forma di dialogo o ipotesi di governo con chi pone veti inaccettabili in una democrazia». Ovvero Di Maio.
La scommessa di Berlusconi, che peraltro non può scommettere su nient’altro, è che Salvini faccia altrettanto, rimarchi anche lui l’unità del centrodestra, si appelli ai programmi e agli interessi del Paese prima ancora che alle formule e alle persone di un eventuale governo, che in sostanza si conceda non troppe sfumature di dissonanza rispetto alle posizioni di Forza Italia. Due gruppi diversi, con due delegazioni, davanti al capo dello Stato, ma una posizione unitaria.
L’altra scommessa è sui gruppi parlamentari, «sono compatti e nessuno si sogna di tradire» è la convinzione del leader di Forza Italia a dispetto dei rumor che dicono senatori e deputati azzurri propensi a considerare adesioni alternative, ascoltando ora le sirene di un Salvini che andrebbe a Palazzo Chigi sacrificando Berlusconi, ora quelle di una Lega in grado di attrarre parlamentari in virtù del consenso crescente di cui gode. Ipotesi che l’ex premier ritiene sballate. Al Senato ha 3 senatori in più di Salvini, a dispetto del voto del 4 marzo; alla Camera 20 in meno, in modo più aderente al risultato delle Politiche: entrambi i rapporti, per lui, non cambieranno.
Sulla posizione di Berlusconi si è espresso ieri l’ex leader del Pd, Pier Luigi Bersani: «L’unico che non gioca a star fuori è Berlusconi, è un suo antico istinto: bisogna star dentro. Noi non facciamo cose con la destra. Un sistema per vivere ha bisogno di due polmoni. Salvini? Penso che non farà alleanza con il M5S».
Carlo Freccero, che ha iniziato la sua carriera proprio con Berlusconi e che dopo una vita di televisione è stato indicato dai 5Stelle come membro del Cda Rai, riassume così: «Berlusconi? È un’icona, ora esce anche il suo film, è una consacrazione, è entrato nella memoria, nella Storia dell’immaginario italiano, considerando che prima di lui Sorrentino ha dedicato un film ad Andreotti. Cosa vuole in più?».
Una versione forse minimalista visto che il Berlusconi che oggi salirà al Colle è sempre il proprietario di Mediaset, che ha appena chiuso un accordo globale con Sky Italia, e che ha ancora in corso una guerra finanziaria con i francesi di Vivendi, che a loro volta controllano un asset del Paese come Telecom.
Freccero
«Silvio è un’icona, ora esce anche il film su di lui di Sorrentino, che cosa vuole di più?»