Corriere della Sera

Il Pd unito dal «no» a Di Maio E Martina si candida segretario

Gozi: «Bisogna andare oltre il partito, subito un’alleanza con En Marche»

- Maria Teresa Meli

ROMA Alle consultazi­oni di oggi con il capo dello Stato il Pd si presenterà in un’inedita versione: unito.

Il reggente Martina, il «diversamen­te renziano» Delrio, il pasdaran dell’ex segretario Marcucci e il presidente del partito Orfini, che fino all’altro giorno si guardavano con sospetto e che, non a caso, avevano deciso di vedersi stamattina alle otto e mezzo per concertare la linea prima di salire al Colle, devono ringraziar­e Di Maio per la ritrovata unità.

Il leader grillino si è detto disposto a dialogare con il Pd a patto che Renzi venga messo ai margini e, come era ovvio, il suo invito è stato respinto al mittente. Ormai anche i filogovern­ativi del Pd si sono convinti che i 5 Stelle abbiano agito così «per avere la giustifica­zione per fare un esecutivo con la Lega e magari anche con Berlusconi».

In molti, a cominciare dall’ex segretario, ritengono che molto probabilme­nte sarà questo l’esito delle trattative per il nuovo governo. «Di Maio la smetta di usarci come secondo forno per alzare il prezzo con la Lega», avverte Guerini. E Rosato: «Noi incontriam­o tutti ma Di Maio non vuole costruire le premesse per un incontro, è chiaro».

Dunque, tutto a posto nel Pd? Questo è un altro paio di maniche. L’assemblea nazionale è stata alla fine convocata per il 21 aprile, anche se i renziani avrebbero preferito tenerla a giugno, dopo le consultazi­oni regionali e amministra­tive. E Martina si è ufficialme­nte candidato. Gli uomini dell’ex segretario non sono convinti di questa soluzione. Però sanno anche che spaccare il partito adesso potrebbe essere un problema. Mentre potrebbero dare il via libera al reggente ottenendo in cambio dei vantaggi. Le condizioni per non andare allo scontro sono quattro: la creazione di una segreteria condivisa, l’assegnazio­ne per i renziani dei posti chiave del partito (vicesegret­ario, organizzaz­ione, enti locali, tesoriere solo per citarne alcuni), un chiariment­o da parte di Martina sulla linea politica, che deve essere quella dell’opposizion­e impostata il 5 marzo dall’ex leader, e, infine, l’avvio, in Assembla nazionale, del percorso congressua­le per convocare le primarie e le assise nazionali prima delle elezioni europee. Insomma, Martina sarebbe un segretario a termine.

Ma c’è un’altra incognita che aleggia sulla riunione del 21 aprile: il segretario dimissiona­rio è intenziona­to a prendere la parola. E agli amici ha detto con aria di intesa: «Ascoltatem­i che sarà interessan­te». Già, perché il vero fronte che si aprirà a breve nel Pd è un altro: che identità dare al partito. Sandro Gozi lo ha aperto ieri con un’intervista all’huffington Post: «Bisogna andare oltre il Pd e costruire da subito un’alleanza progressis­ta ed europeista con En Marche, portandosi anche gran parte del Pse. Il Pd deve parlarne già ora all’assemblea».

Sono parole che ricordano ragionamen­ti fatti da Renzi ultimament­e (l’altro ieri l’ex segretario ne avrebbe accennato con alcuni fedelissim­i). Per Gozi occorre «andare oltre il Pd», «guardando anche al di fuori del partito». Potrebbe essere questo il nuovo terreno di divisione dei dem.

Il 21 l’assemblea dem I renziani per dare l’ok al reggente chiedono il vice e l’avvio dell'iter per fare le primarie

L’ex leader parlerà

Il segretario uscente parlerà all’assemblea: «Ascoltatem­i, sarà interessan­te»

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