Velo islamico, lo stop di Kurz alle elementari e negli asili
BERLINO Niente più velo islamico negli asili e nelle scuole elementari austriache. Il governo di centrodestra di Vienna intende presentare un progetto di legge, che a partire dal prossimo anno scolastico proibirà a bambine e ragazze musulmane fino all’età di 10 anni di andare a lezione con il capo coperto. È stato il cancelliere Sebastian Kurz ad annunciare l’iniziativa, su richiesta degli alleati della FPOE. «Il nostro obiettivo — ha detto Kurz in una conferenza stampa — è di evitare la formazione in Austria di società parallele», usando un termine caro alla retorica dell’estrema destra. Secondo il cancelliere, apparso al fianco del suo vice e leader della FPOE, Heinz-christian Strache, «il fenomeno è in crescita», anche se non ha fornito cifre. Fino a pochi decenni fa, ha spiegato Kurz, non succedeva, «mentre ora si registra non solo negli asili a maggioranza
Il dibattito
«Un atto simbolico, i numeri non c’entrano» ha detto il ministro Fassmann
islamica, ma anche in altre scuole pubbliche qui a Vienna e in numerose città». «È un tema dappertutto», gli ha fatto eco Strache. Sarà il ministro dell’istruzione, Heinz Fassmann, a elaborare concretamente il decreto: «Sarà un atto simbolico — ha detto — per sottolineare che l’austria è uno Stato secolarizzato e per evitare ogni forma di discriminazione». Il ministro ha precisato che la legge sarà preparata nella pausa estiva, in collaborazione con la comunità islamica. All’obiezione che il velo negli asili e nelle scuole elementari è un fenomeno limitato, visto che molti musulmani pensano che vada portato solo a partire dalla pubertà, Fassmann ha risposto che «non è una questione di numeri». Il divieto di coprirsi la faccia, in tutto o in parte, nei luoghi pubblici è già stato introdotto in Austria dal precedente governo di Grande Coalizione a guida socialdemocratica. Ma il copricapo a donne e ragazze è stato fin qui permesso. Il bando negli asili, che sono sotto la competenza dei Land, dev’essere approvato da due terzi del Parlamento. Il Partito socialdemocratico non ha escluso di votarlo, anche se ha annunciato di voler chiedere modifiche e misure più ampie in favore dell’integrazione. Anche i liberali della Neos non hanno espresso contrarietà di principio ma vogliono esaminare la proposta del governo prima di esprimersi.