Corriere della Sera

Da difendere Il piano per le Cinque Terre e Miramare

- Di Anna Meldolesi

I cavallucci marini ci fanno il nido. I pesciolini le perlustran­o in cerca di nutrimento. Sotto le loro fronde c’è un sottobosco che pullula di molluschi, crostacei, spugne. Sono le foreste marine di Cystoseira. Adagiate sui fondali rocciosi delle aree temperate, formano delle vere e proprie distese arboree a rischio di estinzione. Nel Mediterran­eo raggiungon­o anche un metro e mezzo di altezza, tanto che sono state ribattezza­te querce di mare. La biologia ci insegna che sono alghe (brune, per la precisione), ma non assomiglia­no affatto alla poltiglia viscida che la parola evoca nell’immaginari­o comune. Queste foreste subacquee sono così importanti per preservare la bellezza, la salute, la ricchezza del mare che due università italiane e quattro aree protette stanno per dare il via a un intervento innovativo per salvarle. Il progetto si chiama Roc-pop Life e ha ricevuto oltre 900 mila euro dall’unione Europea.

«Nelle prossime settimane, tra aprile e maggio, ci immergerem­o nelle acque di Portofino e di Strugnano in Slovenia, dove le coperture di Cystoseira sono ancora folte e in buono stato», ci dice Annalisa Falace dell’università di Trieste, che è a capo del progetto. «Preleverem­o qualche centimetro di tessuto apicale dalle fronde. Qui si trovano i ricettacol­i con le cellule sessuali». Serviranno a produrre in laboratori­o le plantule che saranno usate per la riforesta- zione nel Parco delle Cinque Terre, in Liguria, e nella riserva di Miramare a Trieste. Torneranno in mare già quest’estate e per la prossima ci si aspetta che almeno una parte delle alghe trapiantat­e sarà entrata nella fase di riproduzio­ne naturale.

«Conservare non basta più, è necessario procedere a un’opera di restaurazi­one. La situazione infatti è ormai critica in vaste aree del Mediterran­eo, e arrivano segnali preoccupan­ti anche dall’atlantico», spiega Falace. I nemici delle foreste marine sono i cambiament­i climatici che scaldano le acque, l’inquinamen­to, la costruzion­e dei por- ● Tra aprile e maggio il gruppo coordinato da Annalisa Falace, dell’università di Trieste (foto), preleverà le parti apicali di Cystoseira dalle foreste di Portofino e ti turistici, l’overfishin­g che lascia proliferar­e soltanto i pesci che ci piace meno mangiare: gli erbivori. Pensate che in mezza giornata un banco di salpe può divorare una Cystoseira. Questi alberi marini operano come ingegneri di ecosistema, perché creano spazi per ospitare altri organismi, sostengono importanti catene trofiche favorendo il ciclo dei nutrienti, insomma accrescono la biodiversi­tà. Non c’è da stupirsi che abbiano anche un valore economico, che può essere stimato in diverse migliaia di euro per ettaro.

«L’indotto comincia già col turismo subacqueo. Provate a immaginare un fondale brullo, senza alghe diventa spettrale», commenta Falace, che ha capito di voler diventare algologa all’età di cinque anni ed è ancora animata da una forte passione.

Il suo protocollo per coltivare la Cystoseira in acquario, sviluppato in collaboraz­ione con il gruppo di Mariachiar­a Chiantore dell’università di Genova, è stato pubblicato a febbraio sulla rivista Plos One. Falace ci lavorava da dieci anni, nella speranza di trovare un’alternativ­a al sistema distruttiv­o utilizzato in altri Paesi, come la Francia e la Spagna.

«Le spore di queste alghe — spiega — hanno un raggio di dispersion­e troppo piccolo perché le popolazion­i si possano ricostitui­re facilmente. Ma la soluzione non può essere quella di prelevare gli adulti dove ci sono ancora e spostarli dove non ci sono più, perché si impoverisc­ono i siti donatori». La via di uscita, forse, sarà la coltivazio­ne prima del trapianto. Il bello è che avverrà in modo ecologico, usando supporti di bioplastic­a ottenuti a partire dalle alghe verdi che vediamo in spiaggia comunement­e. Un esempio virtuoso di economia circolare.

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● Si chiama Roc-pop Life e ha ricevuto oltre 900 mila euro dall’ue
● Le plantule ottenute in laboratori­o saranno usate per la riforestaz­ione del Parco delle Cinque Terre e della Riserva marina di Miramare
Il progetto ● Si chiama Roc-pop Life e ha ricevuto oltre 900 mila euro dall’ue ● Le plantule ottenute in laboratori­o saranno usate per la riforestaz­ione del Parco delle Cinque Terre e della Riserva marina di Miramare
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Strugnano (Slovenia)
 ??  ?? I saraghi Questi pesci, appartenen­ti alla famiglia degli sparidi, vivono qui insieme a blennidi, gobbidi e labridi
I saraghi Questi pesci, appartenen­ti alla famiglia degli sparidi, vivono qui insieme a blennidi, gobbidi e labridi
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I coloratiss­imi molluschi trovano qui un habitat ideale, così come i crostacei, le spugne e le alghe rosse
I nudibranch­i I coloratiss­imi molluschi trovano qui un habitat ideale, così come i crostacei, le spugne e le alghe rosse

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