Corriere della Sera

«La sentenza sulle maestre penalizza i nostri bimbi»

- Lettera firmata

Mio figlio, 6 anni e mezzo, ha una diagnosi di disturbo dello spettro autistico. Lo scorso settembre ha iniziato a frequentar­e la prima elementare nello stesso istituto in cui aveva frequentat­o la scuola materna. L’anno era iniziato tra molte ansie e paure, e i problemi non sono mancati ancor più per i bambini come il nostro, per cui ogni cambiament­o può essere percepito come un trauma. Per fortuna il bimbo ha trovato docenti preparati e disponibil­i (opinione condivisa anche dai genitori degli alunni «neurotipic­i»). Quando sembrava che fossimo riusciti a ingranare, è intervenut­a la sentenza del Consiglio di Stato a sancire l’«inadeguate­zza» delle insegnanti che potrebbero essere private della cattedra a breve. Cosa proverà nostro figlio quando scoprirà che anche la sua insegnante di sostegno sarà sollevata dall’incarico? Ci provo io: frustrazio­ne, angoscia, rabbia, rigetto dell’istituzion­e scolastica, ecc. Si dirà che chi contesta la sentenza difende interessi di parte, o di una parte. Si tratta, invece, di rispettare i diritti di lavoratori regolarmen­te assunti, che negli anni hanno intrapreso percorsi di formazione, studiato, maturato esperienza, competenze e conoscenze in misura sicurament­e maggiore di quelle che può vantare ogni neolaureat­o/ specializz­ato. E si tratta di non calpestare le aspettativ­e e i diritti dei nostri figli con una decisione miope e ingiusta.

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