Corriere della Sera

Lega-m5s, freno all’intesa

Salvini: «Il centrodest­ra andrà unito al Quirinale». E Di Maio punta sul Pd

- Alessandro Trocino

Il centrodest­ra si ricompatta e andrà unito al Quirinale. Un freno all’intesa Lega-m5s, con Di Maio che risponde a muso duro: «Salvini scelga il cambiament­o o Berlusconi. Così mette se stesso e tutto il centrodest­ra nell’angolo». Intanto Mattarella non pensa a mandati esplorativ­i. Popolarità dei leader, chi sale e chi scende.

Il centrodest­ra si ricompatta con Berlusconi. E i 5 Stelle rispondono a muso duro:«salvini scelga tra il cambiament­o e Berlusconi. Con la sua mossa mette se stesso e tutto il centrodest­ra nell’angolo». Per questo Luigi Di Maio guarda anche nell’altra direzione, sondando le varie anime del Pd.

Se qualcuno pensava che Silvio Berlusconi, sgradito ai 5 Stelle, si tirasse da parte si sbagliava. E Matteo Salvini riconferma la fedeltà all’alleato, chiedendo al leader di Forza Italia e a Giorgia Meloni di andare insieme al secondo giro di consultazi­oni. Con una chiosa: «L’unico governo possibile è quello del centrodest­ra insieme al M5S». Berlusconi, a stretto giro, conferma: «Il centrodest­ra si presenterà alle consultazi­oni del Quirinale unito».

L’unico particolar­e è che i 5 Stelle il governo lo vogliono fare, ma solo con la Lega, senza Berlusconi. Pretattica? Si vedrà. Nel frattempo Giancarlo Giorgetti, leghista, fa la voce grossa: «Di Maio non può chiudere la porta in faccia a Forza Italia». Un’ipotesi è che questa sia una fase interlocut­oria. Dopo le regionali del Friuli Venezia-giulia (29 aprile), la Lega potrebbe decidere di sganciarsi da Berlusconi e allearsi con i 5 Stelle, portandosi dietro una parte di Forza Italia. Ma è anche vero che per Salvini sarebbe un salto nel buio, che lo farebbe diventare comprimari­o in un governo presieduto da Di Maio e tagliato fuori dal centrodest­ra, di cui ha appena ottenuto la leadership. Per questo, e per fare pressione sulla Lega, i 5 Stelle da qualche giorno hanno allargato lo sguardo al Pd. Che dopo gli insulti della campagna elettorale, è diventato un potenziale partner. Le lusinghe a Maurizio Martina sono state respinte: «Con la logica due forni, non ci sediamo neanche a parlare».

E se i 5 Stelle scegliesse­ro di tagliare fuori la Lega e parlare solo al Pd? Si troverebbe­ro di fronte a tanti Pd, con una lotta tra correnti che vede in sottofondo l’antica rivalità renziani (anti M5S) e antirenzia­ni. Per questo Di Maio e i suoi negli ultimi due giorni hanno fatto partire telefonate in varie direzioni, sondando anche i leader delle correnti interne. Tra i destinatar­i delle attenzioni, ci sarebbero anche Andrea Orlando, Dario Franceschi­ni e Michele Emiliano.

Intanto, per ingannare l’attesa, sui cellulari dei vertici 5 Stelle gira una foto divertente. C’è la classifica del campionato 2017, con la foto di Salvini. E la scritta: «Lo scudetto 2017 non doveva essere assegnato alla Juventus perché Napoliatal­anta-lazio in coalizione avevano più punti». Dove la Juve, naturalmen­te sono i 5 Stelle. Anche se Di Maio è un grande tifoso del Napoli (che però sta in coalizione).

Intese Per il segretario del Carroccio «l’unico governo possibile è del centrodest­ra con M5S»

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