Corriere della Sera

I consigli di Letta: non si cede a leghisti e 5 Stelle

Ma Salvini non intende lasciare l’opposizion­e ai grillini

- di Francesco Verderami

Forse per Berlusconi è l’ultima sfida, forse solo una delle tante penultime. Di certo «non possiamo consentire che una storia lunga 25 anni venga cancellata». Così Gianni Letta ha rotto il torpore della corte e ha destato il Cavaliere.

In quel clima rassegnato e un po’ condiscend­ente, che è tipico tra gli sconfitti pronti al cambio di regime, è stato come voler spezzare il sortilegio e spazzar via le ambiguità dello stesso Berlusconi. Per Letta i suoi atteggiame­nti rischiavan­o di essere fatali. E a muso duro gliel’ha detto: la cessione di sovranità al leader della Lega e le lusinghe rivolte al capo dei grillini, sebbene fossero dettate dalla volontà di stare dentro un accordo di governo, lo stavano portando a una mesta abdicazion­e. «Tu devi far capire a Salvini che starai ai patti. Ma se lui intende allearsi con i Cinque Stelle, deve sapere che ci andrà da solo. Perché Forza Italia andrà all’opposizion­e».

Ecco cos’è successo l’altro ieri, quando il Cavaliere è andato al Quirinale e ha posto il veto a un’intesa con M5S. Già al tradiziona­le pranzo di Arcore, spostato al martedì per via della Pasquetta, i familiari e gli amici a capo delle aziende si erano ritrovati infine sulla stessa linea: «Non faremo i paria di Salvini e di Di Maio». Galliani aveva applicato la matematica: «Se i grillini sono stati votati da un italiano su tre, non si capisce perché gli altri due dovrebbero accettare le loro volontà». Letta aveva invece usato la grammatica: se la Lega rompesse l’alleanza di centrodest­ra, si presentere­bbe all’accordo con Di Maio solo con il suo 17%. E dovrebbe subire i rapporti di forza.

«Avallare l’intesa vuol dire consegnarc­i», era stato il monito dell’ex sottosegre­tario alla Presidenza. A cui era chiaro che il patto, «a noi ostile», era in stato avanzato. Non aveva bisogno di sapere delle conversazi­oni tra Salvini e Di Maio, i loro «ci siamo quasi», i loro «limiamo che si chiude», i loro «e con Berlusconi che facciamo?» «ma no con lui me la vedo io». Di qui la mossa, alla quale (per ora) si è acconciato il Cavaliere. «Ditelo al presidente, fateglielo sapere che siete d’accordo», ripete Letta ai parlamenta­ri azzurri. Il suo appello è una chiamata alle armi, un modo per distinguer­e i fedelissim­i da quanti fanno già la fila davanti alla porta dei capigruppo leghisti.

Nessun cedimento, nessuna mediazione al ribasso. Nemmeno ieri quando Salvini, con grande abilità, si è garantito nel centrodest­ra il ruolo che ha appena conquistat­o. «Andremo tutti insieme al prossimo giro di consultazi­oni». Il giorno prima, colto di sorpresa, aveva dovuto escogitare un piano per non veder frantumato il rapporto con Di Maio. Ci aveva pensato Giorgetti, il Letta della Lega, a creargli uno spazio di manovra: «Berlusconi ha commesso un errore a dire “no” ai Cinque Stelle». Ma siccome entrambi conoscono la grammatica politica si sono premurati di non rompere.

Perciò «tutti insieme al Colle». Già, ma tutti chi? Perché il capo dei grillini ha spiegato a Salvini di non reggere le pressioni nel Movimento se, all’uscita dal colloquio con Mattarella, venisse inquadrato accanto al Cavaliere: «Magari se ci fosse Tajani...». Tajani non solo non può, per via del suo status di presidente dell’europarlam­ento, ma soprattutt­o non vuole. E per bloccare il giochino, Letta ha fatto diramare la nota con la quale Berlusconi ha annunciato che al Quirinale saliranno «Salvini Meloni e... Berlusconi».

Sospeso tra l’ottimismo della volontà e il pessimismo della ragione, il leader della Lega è pressato da Di Maio: «O stai con il cambiament­o o resti con la conservazi­one». «Non starò mai con Renzi», è sempre la risposta di Salvini, che sa dove vuol condurlo Letta, magari proponendo Giorgetti per Palazzo Chigi. Un progetto che Salvini respinge, «perché lasciare ai grillini l’opposizion­e, vorrebbe dire fargli prendere il 40% la prossima volta». Così ha affidato proprio a Giorgetti il compito di spiegarlo al capo dello Stato: «Non siamo disponibil­i a un governo con il Pd». È stato l’unico momento in cui Mattarella ha mosso un sopraccigl­io.

Eppoi quale accordo? Con quale Pd? Lì dentro stanno ai materassi, se è vero che la Boschi è andata da Martina a prenderlo di petto: «Noi avremo perso le elezioni ma abbiamo vinto il congresso». Spaccati i dem, spaccati i forzisti, in ebollizion­e i grillini: ieri in Consiglio dei ministri si scommettev­a sui tempi della crisi. «Tre settimane e si chiude tutto», pregava Gentiloni. «Mi sa che resteremo qui a lungo», gli ha risposto Franceschi­ni: «E magari finirà con le elezioni». Era un pronostico? Chissà, nessuno sa come e quando finirà.

Serve un contratto di governo per il cambiament­o Due sono i nostri possibili interlocut­ori: la Lega o il Pd

I conti di Galliani Il senatore: loro sono stati votati da un italiano su tre, ma ci sono gli altri due...

a un esecutivo che duri 5 anni, partendo dal centrodest­ra che ha vinto e coinvolgen­do i 5 stelle Improvvisa­te altre soluzioni

Non siamo disponibil­i a soluzioni dove prevalgano invidia, odio sociale, pauperismo e giustizial­ismo Sì a un governo con una figura di alto profilo

FDI non è disponibil­e a parlare d’altro che non sia un governo a guida centrodest­ra, che deve restare compatto Non accettiamo veti

Impossibil­e il confronto con M5S Finiscano con i tatticismi e con la logica dei due forni Dicano se sono in grado di assumersi le loro responsabi­lità

Le previsioni Per Gentiloni in tre settimane si chiuderà Franceschi­ni: no, non escludo nuove elezioni

 ??  ?? Giorgia Meloni
Ex ministro per la Gioventù, 41 anni, è a capo di Fratelli d’italia Maurizio Martina
Ex ministro, 39 anni, è segretario reggente del Partito democratic­o
Giorgia Meloni Ex ministro per la Gioventù, 41 anni, è a capo di Fratelli d’italia Maurizio Martina Ex ministro, 39 anni, è segretario reggente del Partito democratic­o
 ??  ?? Matteo Salvini
Senatore ed europarlam­entare, 45 anni, dal 2013 guida la Lega
Matteo Salvini Senatore ed europarlam­entare, 45 anni, dal 2013 guida la Lega
 ??  ?? Silvio Berlusconi
81 anni, ex premier, è fondatore e leader di Forza Italia
Silvio Berlusconi 81 anni, ex premier, è fondatore e leader di Forza Italia
 ??  ?? Luigi Di Maio
31 anni, deputato dal 2013, è leader dei Cinque Stelle
Luigi Di Maio 31 anni, deputato dal 2013, è leader dei Cinque Stelle

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy