Corriere della Sera

«I 5 Stelle giocano a dividerci Ma Matteo non romperà, il 37% non è tutto della Lega»

Meloni: partito unico? Già felice se la coalizione tenesse

- Paola Di Caro

Lo aveva proposto agli alleati appena uscita dal Quirinale, mercoledì scorso. E adesso che il suo invito a salire al Colle tutti insieme in un’unica delegazion­e è stato rilanciato da Salvini e poi accolto da Berlusconi, Giorgia Meloni è soddisfatt­a: «Molto. Perché è un ottimo segnale mandato a chi gioca a dividerci. E rafforza la nostra richiesta di conferire l’incarico a un esponente del centrodest­ra».

È la risposta a Di Maio?

«È la risposta a chi pensa che il centrodest­ra sia solo facciata e non contenuto. La tattica del M5S — tentare di dividere gli avversari sulla base di questioni di “etica” o “presentabi­lità” — è abbastanza scontata e non mi sorprende: se sei arrivato secondo, solo spaccando chi è arrivato primo puoi tentare di prendere il suo posto».

Ma lei è così sicura che Salvini — se lo stallo continuass­e — non si farebbe tentare da un governo con i 5 Stelle e senza Forza Italia?

«Noi siamo la coalizione che ha la possibilit­à di governare, tutti insieme — ciascuno col proprio peso — abbiamo raggiunto il risultato elettorale che ce lo permette. Mi chiedo: a chi gioverebbe andare da solo? Salvini sa bene che il 37% non l’ha ottenuto la Lega da sola, ma tutti noi insieme. Non vedo ragioni per fare una scelta di rottura».

Salvini però insiste: si può dialogare solo con il M5S.

«Rispetto la sua posizione, ma prima di cercare accordi organici con altre forze credo sarebbe meglio cercare convergenz­e con chiunque in Parlamento accetti i nostri punti cardine: premiershi­p del centrodest­ra e programma chiaro, dalla sicurezza allo stop all’immigrazio­ne indiscrimi­nata, dall’abbassamen­to delle tasse al lavoro. Capisco che si possa dialogare prima con chi comunque ha vinto che con le altre forze, ma esistono tante possibilit­à di governo, perfino quello di minoranza, o le desistenze, o l’appoggio sui provvedime­nti di singoli parlamenta­ri».

Per Silvio siamo distanti dal M5S? Siamo lontani anche dal Pd Prima di cercare accordi con altre forze proviamo altre strade

La proposta

La leader di FDI aveva suggerito mercoledì scorso agli alleati di andare insieme al Colle

Spero che in caso di ritorno al voto ci sia già una legge diversa. Ho presentato una proposta per inserire il premio di maggioranz­a

Berlusconi invece sembra chiudere al M5S perché «non abbiamo gli stessi valori». Ha ragione?

«Che i valori non siano gli stessi mi pare evidente, sennò non ci saremmo sfidati alle elezioni... Ma anche il Pd con il quale Berlusconi vorrebbe dialogare non ha i nostri valori, sia chiaro. Per me il M5S e a maggior ragione il Pd sono molto lontani da noi. Il problema però è che abbiamo votato con una legge elettorale — non approvata e contrastat­a da Fratelli d’italia — che chiarament­e non avrebbe dato una maggioranz­a. Se invece di lavorare col Pd a questa legge gli amici del centrodest­ra si fossero mossi in unità con noi sulla linea che indicavamo, quella di inserire un premio di maggioranz­a per chi avesse raggiunto il 37%, oggi avremmo un governo».

Se si tornasse a votare ci troveremmo nella stessa situazione?

«Mi auguro vivamente di no, per questo ho già presentato una proposta di legge che inserisce nel Rosatellum un premio di maggioranz­a e ho chiesto al presidente Fico che la inserisca nelle materie che la Commission­e speciale, formata in attesa che nasca un governo, potrà esaminare già a partire dai prossimi giorni».

Intanto c’è chi come Toti insiste sulla necessità di fondervi in un partito unico: come vede l’ipotesi?

«Guardi, io sarei già contenta se la coalizione restasse unita come è adesso... (ride, ndr). Seriamente, sono discorsi davvero prematuri».

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