«Sono a casa mia e ci resto Cercano il mago Zurlì, non un possibile premier»
De Siervo: io nel totonomi? Non faccio politica
ROMA «Voi non cercate un possibile presidente del Consiglio, voi cercate il mago Zurlì». Ugo De Siervo, presidente emerito della Corte costituzionale, già ordinario di Diritto costituzionale all’università di Firenze, è tra i più quotati nel totonomi di capo di un futuribile governo gradito al presidente della Repubblica e non sgradito ai Cinque Stelle.
Lusingato?
«Per niente. Anzi sono piuttosto arrabbiato».
Di cosa?
«Che sia venuto fuori il mio nome».
E perché?
«Perché la voce è totalmente fasulla».
Nessuna richiesta?
«Ma no».
Nessun contatto?
«Ma proprio no».
Sondaggi?
«Nulla di nulla».
Quindi non è venuto a Roma e non progetta nei prossimi giorni di fare un salto al Quirinale o dintorni.
«No, le rispondo al telefonino dalla mia bella casa di Settignano. Un borgo a due passi da Firenze con una bella vista sulla città, dove ho insegnato e dove rimango».
La prospettiva però è di quelle che molti valuterebbero volentieri prima di scartare.
«Le dico la verità. Sono un professore, mi dedico ai miei studi e talvolta, nel fine settimana, ad alcune mansioni di giardinaggio».
E non si annoia?
«No. Anzi. Sto scrivendo due saggi e alcuni articoli. E ,a dire il vero, sono un po’ in ritardo sui tempi di consegna. Oserei dire sono un po’ con l’acqua alla gola».
Di cosa si sta occupando?
«Di molte cose. L’opera omnia di Aldo Moro, l’opera omnia di Giorgio La Pira...».
Davvero non le piacerebbe un impegno attivo e di rilievo nella vita istituzionale del Paese?
«Ma io ho 76 anni».
C’è chi ne ha di più e non ha alcuna intenzione di lasciare la scena politica.
«Io no. Sono in pensione e voglio rimanerci».
In genere si dice così quando la proposta non si è ancora concretizzata del tutto. Salvo poi mantenersi la possibilità di cambiare idea...
«Le ripeto. Né io ne ho alcuna intenzione, di assumere quell’incarico, né, allo stato dei fatti, mi risulta alcuna sollecitazione».
Ecco appunto: allo stato dei fatti. In questo momento forse, vista la situazione in divenire, è un po’ prematuro. Magari quando i tempi matureranno...
«Non faccio politica. Non sono presente in organi collegiali. Sono un vecchio professore. Vuole che le dica cosa penso? Non avrei alcuna capacità nel ruolo di presidente del Consiglio».
Questo non lo dice per civetteria? «Assolutamente no».
Neanche per un governo transitorio?
«C’è un ottimo presidente del Consiglio facente funzioni che fa egregiamente il suo lavoro. Al massimo posso organizzare un convegno su quanto è difficile la governabilità nel nostro Paese».
Per questo non basterebbe un suo studente? Le difficoltà sono sotto gli occhi di tutti, non serve un presidente emerito della Corte costituzionale per notarle.
«Non creda. Non è da tutti. Su questo argomento potrei dare un contributo approfondito abbastanza originale».
Ma se i partiti non riuscissero a trovare un’intesa politica e rimanesse aperta solo la possibilità di un governo che abbia come scopo principale quello di riscrivere una legge elettorale, quel contributo originale potrebbe tornare utile. Lei non sarebbe disponibile neanche per un governo così?
«Voi volete uno che, con la bacchetta magica, cavi il Paese fuori dai guai. Non cercate un possibile presidente del Consiglio, cercate il mago Zurlì. Mi dispiace. Io non sono disponibile».
Vogliono uno con la bacchetta magica che tiri fuori il Paese dai guai... Io non sono disponibile e c’è già un ottimo capo del governo facente funzioni
La sorpresa
«Mi fa arrabbiare che sia uscito il mio nome E allo stato non ho ricevuto sollecitazioni»