Corriere della Sera

Quali sono i sintomi da non sottovalut­are ?

- Adriana Bazzi

L’nei otite bambini è una malattia e di solito frequentis­sima è benigna, se ben trattata. È proprio questo il punto, «deve essere ben trattata», sottolinea subito Susanna Esposito, professore ordinario di Pediatria all’università di Perugia

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Come si tratta in modo corretto?

L’infezione è da batteri e va preso in consideraz­ione l’uso degli antibiotic­i, secondo linee-guida che indicano il tipo di farmaco più adatto e la durata della terapia (10 giorni). Sotto i due anni gli antibiotic­i sono sempre indicati; sopra questa età, dipende. Se l’otite è ricorrente e c’è perdita di pus che macchia il cuscino su cui il bambino dorme, si ricorre all’antibiotic­o. Altrimenti si può optare per «una vigile attesa» e vedere se la malattia si risolve magari solo con antidolori­fici. L’importante è che non siano i genitori a valutare, ma il pediatra.

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Quali sono i sintomi che devono mettere in allarme?

I classici sono male all’orecchio e febbre. Poi ci sono quelli neurologic­i (lamentati dalla bambina morta a Brescia ndr) e cioè: mal di testa e dolore al collo, che devono preoccupar­e perché indicano complicanz­e al sistema nervoso. Come ascessi cerebrali, meningiti o mastoiditi (infezione di un osso del cranio vicino all’orecchio ndr).

3 Ci sono vaccinazio­ni che possono proteggere anche dall’otite?

Sì. Fra i germi che causano l’otite c’è al primo posto lo pneumoccoc­co. Uno dei vaccini dell’infanzia raccomanda­to, ma non obbligator­io per l’ingresso negli asili è proprio l’anti- pneumococc­o che mette al riparo da meningite, sepsi (infezione generalizz­ata del sangue ndr), polmonite e otite. Anche se in quest’ultimo caso con un’efficacia ridotta: protegge nel 10-15% dei casi, che salgono al 25 per forme ricorrenti.

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