I 45 centesimi di quel bimbo: un manifesto per la scienza
Quarantacinque centesimi non sono neanche un’elemosina, ma possono valere moltissimo se esprimono un sentimento senza prezzo come la gratitudine. Se poi è un bambino di cinque anni a metterli in una busta destinata al medico che ha operato la mamma di un tumore, ci si può anche commuovere. Perché dietro la sorpresa per qualcosa di insolito e inaspettato c’è un’umanità che spiazza ogni convenzione e ripaga medici e ricercatori di fatiche e notti insonni, paure e difficoltà. Si poteva soltanto rispondere con il cuore («La tua mamma è guarita, starà sempre con te») a un biglietto così, e tenerlo nell’album dei ricordi. Mettendolo in rete è già diventato un manifesto per aiutare la ricerca, per continuare la battaglia contro il cancro e dare speranza a milioni di malati. Non vanno banalizzati quei quarantacinque centesimi: sono monetine preziose da aggiungere a quelle raccolte da Airc e dalle tante associazioni che sostengono da anni la ricerca oncologica, tamponando con la beneficenza privata le assenze dello Stato, quei finanziamenti che in altri Paesi sono molto più generosi che da noi. Un bambino di cinque anni che ritrova la mamma guarita è un bambino felice che ci fa pensare: ci ricorda che senza sostegno alla ricerca tante malattie non possono guarire. Dovremmo abbassarci più spesso all’altezza dei bambini, ha scritto l’oncologo pediatra Momcilo Jancovic, e innalzarci a quella dei loro sentimenti. Nella loro sincerità ci sorprendono sempre. E ci aiutano anche, come in questo caso, ad avere fiducia in quei medici che ogni giorno, in ogni ospedale, si battono per dare vita alla vita.