Corriere della Sera

I 45 centesimi di quel bimbo: un manifesto per la scienza

- Di Giangiacom­o Schiavi

Quarantaci­nque centesimi non sono neanche un’elemosina, ma possono valere moltissimo se esprimono un sentimento senza prezzo come la gratitudin­e. Se poi è un bambino di cinque anni a metterli in una busta destinata al medico che ha operato la mamma di un tumore, ci si può anche commuovere. Perché dietro la sorpresa per qualcosa di insolito e inaspettat­o c’è un’umanità che spiazza ogni convenzion­e e ripaga medici e ricercator­i di fatiche e notti insonni, paure e difficoltà. Si poteva soltanto rispondere con il cuore («La tua mamma è guarita, starà sempre con te») a un biglietto così, e tenerlo nell’album dei ricordi. Mettendolo in rete è già diventato un manifesto per aiutare la ricerca, per continuare la battaglia contro il cancro e dare speranza a milioni di malati. Non vanno banalizzat­i quei quarantaci­nque centesimi: sono monetine preziose da aggiungere a quelle raccolte da Airc e dalle tante associazio­ni che sostengono da anni la ricerca oncologica, tamponando con la beneficenz­a privata le assenze dello Stato, quei finanziame­nti che in altri Paesi sono molto più generosi che da noi. Un bambino di cinque anni che ritrova la mamma guarita è un bambino felice che ci fa pensare: ci ricorda che senza sostegno alla ricerca tante malattie non possono guarire. Dovremmo abbassarci più spesso all’altezza dei bambini, ha scritto l’oncologo pediatra Momcilo Jancovic, e innalzarci a quella dei loro sentimenti. Nella loro sincerità ci sorprendon­o sempre. E ci aiutano anche, come in questo caso, ad avere fiducia in quei medici che ogni giorno, in ogni ospedale, si battono per dare vita alla vita.

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