Corriere della Sera

Una matita e la ricerca della modernità Rivive lo stile sobrio di Caccia Dominioni

Una mostra con i pezzi iconici che B&B Italia produrrà e distribuir­à in esclusiva

- Stefano Landi

Ci sono quelli a cui per farsi capire servono grandi giri di parole. Quelli a cui non basta un vocabolari­o intero per spiegare il concetto più semplice. A Luigi Caccia Dominioni, «Gigi» per amici, parenti, ma anche colleghi o vicini di casa, bastava tracciare due curve con la sua matita grossa. «Che problema c’è?», era il suo classico tormentone da uomo prima di tutto pragmatico, a cui serviva solo smussare un angolo per sentirsi più felice. Uno che quando gli chiedevi dove era nata la sua passione, rispondeva azzerando la voce: «Mi sono messo a fare quei mobili che non trovavo sul mercato».

In occasione del Salone del Mobile, Luigi Caccia Dominioni (1913-2016) torna protagonis­ta nella sua Milano con una mostra nella sala degli affreschi dell’umanitaria promossa da B&B Italia, l’azienda che ha recentemen­te siglato un accordo di licenza per la produzione e distribuzi­one esclusiva di una selezione di suoi pezzi iconici originali. Caccia Dominioni riusciva a essere personaggi­o senza volerlo. Di quelli che, per dirla con Nanni Moretti, preferiva farsi notare non venendo o stando in disparte. Gli bastava uno schizzo per farsi riconoscer­e anche al buio. Le sue linee da cui sono nati pezzi come la sedia Catilina, la poltrona Chinotto, le lampade Base Ghisa o Monachella sono di una semplicità quasi imbarazzan­te. Mobili che vivono perché utili. Di quelli che ti metti in casa non come un trofeo da guardare e non toccare, ma da usare. Mai un ecpezzi cesso: perché a volte basta una sfumatura di colore o (meglio) una proporzion­e a cambiare le cose. Per questo era abituato a scarnifica­re, a ridurre all’essenziale. Se c’era da fare una piazza o una finestrell­a di un corridoio.

La ricerca della modernità. Quella che per qualcuno è un’ossessione, per lui era un dono di natura. «Per questo rilanciare oggi i suoi sul mercato è quasi doveroso. Un’eredità culturale da tenere viva ben oltre l’operazione commercial­e. Il suo è uno spaccato del design italiano: perché non era uno di quelli che disegnava ad uso e consumo dell’industria. Ma per il benessere di chi quegli spazi li viveva» spiega il designer Antonio Citterio, grande motore della scommessa di B&B. Più che far progetti su carta, preferiva andare in can- tiere e capire muovendo le cose. «Il suoi classici sono senza età. La sua modernità rivive oggi in un’epoca in cui ognuno convive con il mito del comfort: lui non ne parlava, ma sapeva crearlo» aggiunge Citterio.

Per questo parlava di flussi, di percorsi, per favorire la vivibilità. La dimensione ideale di Caccia Dominioni è l’abitazione. «Dalle case popolari a quelle di una borghesia medio alta, ma ben educata, figlia del dopoguerra. È stato capace, con la sua matita, di costruire un certo spirito metropolit­ano, molto milanese, anche se con grande appeal in tutto il mondo. Forse senza nemmeno rendersene conto, fin dagli inizi ne ha cambiato il modo di vivere. Ricreando le sue forme di rilassata eleganza, di arredi virtuosi. Andava oltre ogni ideologia, le sue idee erano autonome e mai schiave di dogmi architetto­nici» aggiunge Fulvio Irace del Politecnic­o di Milano.

Gigi Caccia Dominioni era soprattutt­o un gran capitano di squadra. Fa effetto pensarlo oggi dove, oltre ai calciatori, persino gli chef e ovviamente anche i designer sono diventate star. I suoi lavori erano opere collettive, per cui si mangiava e si brindava insieme a muratori e artigiani. I suoi complici preferiti. Negli anni è stato, ovviamente, molto copiato. Perché bastava capirlo per riprodurre un concetto che quasi mai era contaminat­o da tecnologia o effetti speciali. Per questo a molti addetti ai lavori capitava trovando una sua traccia di dire «questa è sua o l’hanno copiato bene». Nel design e nell’architettu­ra, imporre il proprio stile è praticamen­te tutto. Lui era anche le sue calze a righe o il golf melanzana con le toppe. Appunto, lo stile.

 Che problema c’è? Mi sono messo a fare quei mobili che non trovavo sul mercato

 ??  ?? Linea eterna La lampada Base Ghisa che Caccia Dominioni progettò nel 1953. In basso, l’architetto e designer in una foto della nipote Valentina Angeloni. Nato nel 1913, è morto all’età di quasi 103 anni
Linea eterna La lampada Base Ghisa che Caccia Dominioni progettò nel 1953. In basso, l’architetto e designer in una foto della nipote Valentina Angeloni. Nato nel 1913, è morto all’età di quasi 103 anni

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy