Crioterapia, la bellezza viene dal gelo
Aiuta nella riabilitazione ma cancella anche i segni del tempo: 180 secondi a -110°
P er superare la prova non serve una tuta termica, ma un bikini, una mascherina (per non respirare aria congelata) , guanti, calzini e paraorecchie, un tris necessario che aiuta a tenere il riparo le estremità, sensibili nel processo di vasocostrizione.
Mi specchio a figura intera e penso che Carla Bruni e Jennifer Aniston, fanatiche della crioterapia, così agghindate dovevano essere ben più cool di me. Pazienza. I risultati promessi dai 180 secondi a -110 sono troppo esaltanti per rinunciare: dopo la seduta mi sentirò alleviata dalla fatica muscolare e ossea, se per caso sono infortunata accelererò la guarigione, la mia concentrazione avrà un’impennata e l’ansia e l’irritabilità si scioglieranno come neve al sole. A me interessa soprattutto che rafforzerò capelli e unghie, migliorerò l’aspetto della pelle e contrasterò i segni dell’invecchiamento. Tutte promesse che mi vengono fatte da una ragazza deliziosa, a cui è difficile non credere.
Pare che François Blanc, il fondatore della Société des Bains de Mer, quando ha inaugurato le Thermes Marins Monte-carlo abbia promesso: «il nostro compito è trasmettere un sogno». Così, per non tradire questo proposito, chi mette piede nelle terme monegasche diventa regina (delle nevi) a patto di resistere per 3 minuti a -110 gradi. Prima di mettere piede dentro alla cabina chiedo se posso avere almeno un asciugamano. Mi viene concesso. Il primo passaggio è in una camera a -60 gradi e io mi sento già come un macellaio nelle celle di Gansevoort Market, ma in costume.
Dopo 30 secondi una sirena segnala che è ora: posso varcare la soglia dei -110 generati dall’azoto liquido. Metto un piede dentro. Arretro. La signorina mi dice: «Coraggio, Cristiano Ronaldo lo fa ogni giorno». So già tutto, prima di prenotare il trattamento ho letto che gli sportivi di alto lile vello lo usano per la riabilitazione e il miglioramento delle performance: è un toccasana delle patologie muscolari e infiammatorie, e aiuta anche a recuperare il jet-lag. Ora che ci penso Gianluca Vacchi ha superato il record dei 6 minuti di resistenza. Vado. Dentro la cabina posso muovermi, anzi posso ballare, c’è la filodiffusione: la signorina infila cuffie da dj e mentre trasmette musica dance inizia a motivarmi. «Già 30 secondi!». Io sto morendo. Sento le formiche sulle gambe. Ma so che, se resisterò, poi sarò felice. Oddio, ho appena fatto colazione, rischio la congestione (solo dopo scoprirò che è impossibile). «Il primo minuto è passato», mi dice la dj-terapista. Ballo. Mi copro con l’asciugamano. Medito. A un minuto e 30 alzo bandiera bianca.
Esco un po’ sconfitta, ma l’effetto successivo è impressionante: mi sento nuova come un bebè, ho il corpo «pétillant», percorso da mille bollicine che sembra soffino ossigeno. La mente è leggera, i pensieri sono rischiarati, sembra che qualcuno abbia drenato tossine, liquidi e pesantezza. Una volta tornata in Italia comincio la ricerca perché voglio arrivare fino in fondo. Sorpresa: scopro che esistono pacchetti su Groupon e a Milano le «celle frigorifere» spuntano come funghi. Scopro anche che c’è differenza tra criosauna e criocamera (quella che ho provato io). «Nel nostro centro utilizziamo delle capsule in cui l’azoto raffredda la pelle a -170 gradi e la testa rimane fuori - mi spiega Marco Chaulan, osteopata e fisioterapista dell’ A.C. Milan. - Le criocamere sono state inventate per trattare più persone insieme».
Testa fuori uguale niente rughette spianate? Errore. «Il trattamento si chiama crioterapia sistemica perché a produrre effetti su tutto il corpo è la reazione neurologica». Dettaglio non secondario: in 3 minuti si bruciano da 500 a 800 calorie. Al Ceresio Gym Spa di Milano la criosauna è prenotatissima. «La amano gli appassionati di crossfit, che aumentano le prestazioni. Ma chi resiste più a lungo sono le donne - dice la terapista Rebecca Locatelli -: hanno una percezione diversa del dolore e il fatto che per natura hanno sempre i piedi freddi le fa partire avvantaggiate».