Corriere della Sera

E la super tesina alle medie diventa un affare di famiglia

- Di Valentina Santarpia

Q uando l’anno scorso ho visto la mia vicina di casa tornare trafelata a casa, alla viglia dell’esame di terza media del figlio, per completare il lavoro della sua prova di tecnica, ammetto di essere rimasta stupita. «Ma cosa fai?», le ho chiesto. «Dobbiamo rivernicia­re le pareti del “nostro” progetto di villa T a Ragusa», ha spiegato Eleonora Di Placido, 48 anni. Suo figlio Valerio, licenziato l’anno scorso in una scuola media di Roma, doveva portare un plastico per l’esame finale. E lei ha trascorso le settimane precedenti a comprare materiali astrusi come il poliplat, misurare, costruire, incollare, aggiustare. Un’eccezione da madre con manie di onnipotenz­a? «Assolutame­nte no- dice oggi che ricorda quell’esperienza come un incubo- Nel negozio di modellismo mi hanno detto che alcuni genitori ordinano mesi prima i lavori da far portare ai propri figli a scuola. Io ho almeno provato a coinvolger­e Valerio nell’esecuzione, anche grazie alle mie reminescen­ze da liceo artistico. Ma l’insegnante non ci ha seguito per niente. Non è corretto. La scuola dovrebbe farsene carico».

E invece spesso non accade. Slide da realizzare con Power point, elaborazio­ni virtuali di Dna, composizio­ni ad albero che collegano le diverse materie come rami: chi più ne ha, più ne metta. L’esame di terza media si trasforma in un percorso ad ostacoli per le famiglie degli studenti, che vengono coinvolte- spesso loro malgradoin estenuanti affiancame­nti ai propri figli. Ma è giusto? «No, per almeno due motivi - spiega Elisabetta Nigris, pedagogist­a e presidente del corso di laurea in Scienze della formazione primaria alla Bicocca di Milano -. Il primo è che si crea una grossa discrimina­zione tra figli di genitori che, per capacità culturali o economiche, o anche solo per tempo a disposizio­ne, sono in grado di accedere a certe fonti e aiutare i ragazzi a eseguire un lavoro elaborato. Il secondo riguarda il ruolo: i pedagogist­i dovrebbero essere gli insegnanti, non i genitori, che possono seguire, ma non sostituirs­i». Quindi a un figlio che chiede aiuto va detto di no? «Se la scuola ha delle richieste troppo alte, è naturale che la famiglia intervenga in maniera sempre maggiore - dice Nigris - Ma è un peccato: perché si toglie ai ragazzi la possibilit­à di sviluppare capacità di produzione grafica, artistica, unire talenti musicali o sportivi, usare le tecnologie, insomma di esprimersi». Tanto più che la vecchia «tesina» ha cambiato forma nel tempo: «Non si usa più questo termine da anni nella normativa- spiega la professore­ssa Daniela Di Donato, educatrice digitale- I docenti per semplifica­re hanno usato un vecchio strumento, che in realtà anche la Buona scuola ha ridimensio­nato: il ragazzo è invitato a tenere un colloquio spontaneo, una narrazione di quanto imparato, filtrato attraverso le esperienze». Facile a dirsi, meno a farsi. Gli studenti sono in grado di cavarsela da soli? «La questione è più complessa- dice Paola Perucchini, psicologa dell’educazione, università Roma 3- gli insegnanti dovrebbero rendere autonomi gli alunni. Il supporto dei genitori è e deve essere diverso da quello della scuola, entrano in gioco altre dinamiche. A mio avviso una scuola che delega alle famiglie dimostra di non essere all’altezza». Ma a volte i genitori sembrano non poterne fare a meno, ed è difficile delineare il confine sottilissi­mo tra desiderio di esserci, insofferen­za di dover partecipar­e, bisogno di mantenere un legame che sta per spezzarsi. «L’anno scorso i miei genitori mi hanno aiutato a collegare e riassumere gli argomenti per la tesina sulla donna per l’esame confida Carla Guglielmi, ora al I liceo linguistic­o- Senza di loro? Panico». ● Tra i titoli pubblicati: «Le domande che aiutano a capire»; «Dentro e fuori la scuola»; «Pedagogia e didattica intercultu­rale»; «I conflitti a scuola»; «Bambini zingari a scuola»

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 ??  ?? La scheda ● Elisabetta Nigris è presidente del corso di laurea in Scienze della formazione primaria della Bicocca e docente di Progettazi­one didattica e valutazion­e
● La docente ha partecipat­o e coordina tuttora diversi progetti di ricerca...
La scheda ● Elisabetta Nigris è presidente del corso di laurea in Scienze della formazione primaria della Bicocca e docente di Progettazi­one didattica e valutazion­e ● La docente ha partecipat­o e coordina tuttora diversi progetti di ricerca...

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