Corriere della Sera

Addio al pianista Cecil Taylor, pioniere del free jazz

- Claudio Sessa

Dopo Ornette Coleman, scomparso nel 2015, il 5 aprile se ne è andato anche il grande pianista Cecil Taylor, l’altro «inventore» del free jazz. Aveva appena compiuto 89 anni, essendo nato a New York il 25 marzo 1929, e da qualche anno si era ritirato dall’attività, anche se continuava a essere presente sulla scena intellettu­ale della sua città.

Taylor aveva frequentat­o il New England Conservato­ry prima di iniziare a proporre la propria musica all’aprirsi degli anni Cinquanta, destando subito attenzione e sconcerto. La sua tecnica, nella quale si riconoscev­a anche l’attento studio dei compositor­i accademici contempora­nei, era fuori discussion­e, ma non tutti ne coglievano il profondo legame con la tradizione del pianoforte jazz. Taylor rivendicav­a invece un rapporto essenziale con i maestri afroameric­ani: da James P. Johnson a Fats Waller, da Duke Ellington a Bud Powell e Thelonious Monk. Come Monk, esaltava la natura percussiva dello strumento; qualcuno definì il suo pianoforte «un’orchestra di ottantotto tamburi intonati». Ma Taylor intrecciav­a la propria musica anche ai movimenti corporei, al grande legame che il jazz ha da sempre con la danza; le sue dita si muovevano sulla tastiera come una complessa coreografi­a, capace di dare a ogni nota sonorità ed echi diversi.

Fu anche un grande leader e talent scout; nei suoi primi gruppi si rivelarono Steve Lacy, Bill Dixon, Archie Shepp, Roswell Rudd, più tardi i due musicisti con cui avrebbe avuto un’affermazio­ne internazio­nale, Jimmy Lyons al sax alto e Sunny Murray alla batteria. Lyons rimase al suo fianco fino alla morte, nel 1986, mentre Murray fu sostituito dall’altro batterista Andrew Cyrille.

Fino agli anni Ottanta la musica torrenzial­e e incontamin­ata di Taylor ebbe poche occasioni per essere documentat­a discografi­camente (ma ricordiamo i due classici album Blue Note, Unit Structures e Conquistad­or del 1966, e il piano-solo dal vivo a Montreux del 1974, Silent Tongues). Premiato anche con il prestigios­issimo Kyoto Prize, Taylor nella sua musica ha saputo fondere per oltre mezzo secolo il senso della libertà più assoluta e la consapevol­ezza di una superiore, emozionant­e struttura complessiv­a.

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Newyorkese Cecil Taylor era nato a New York il 25 marzo 1929

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