Prima fila tutta Rossa Vola la Ferrari di Vettel
In Bahrain occasione per la Ferrari, con Hamilton solo 9° Vettel conquista la pole davanti a Raikkonen «Macchina perfetta»
SAKHIR I raggi laser sparati in cielo, la musica elettronica a palla nel circuito e un monocolore a illuminare la notte. All’aperitivo nel deserto solo il rosso è gradito: due Ferrari in prima fila, come a Budapest l’ultima volta un anno fa. Alla vigilia del duecentesimo Gp, Sebastian Vettel martella sul gas per regolare all’ultimo tentativo il duello in casa con Kimi Raikkonen.
Il sorriso stampato sul volto del tedesco e l’amarezza nelle labbra serrate del finlandese sono le due facce del Cavallino volante. Lucido e spietato il quattro volte campione del mondo, che per tutto il fine settimana aveva inseguito il compagno, è salito in cattedra sul giro secco (pole numero 51 in carriera) superando anche alcuni grattacapi, come la sostituzione della centralina elettronica poco prima delle qualifiche. Arrivato in Bahrein con parecchi dubbi nonostante la vittoria a Melbourne, trova una Rossa matura, docile e velocissima. Il sabato non porta punti, lo sa bene, ma l’occasione per calare il bis oggi è gigantesca. Dalla seconda fila Valtteri Bottas e Daniel Ricciardo possono essere
51 pole per Sebastian Vettel in carriera, di cui sei conquistate con la Ferrari Questo è il suo 200° Gp
gli unici elementi di disturbo.
Lewis Hamilton, isterico per non essere mai riuscito a entrare in sintonia qui con la sua Freccia d’argento, scatta nono con l’handicap di -5 per aver sostituito il cambio. Altro che «party mode», ieri era inavvicinabile: proverà a recuperare scattando con le gomme più dure, le soft, ma la sua è una rincorsa difficile. Nella classifica dei musi lunghi vince per distacco Max
Verstappen, uno sempre pericoloso allo start. L’olandese (15°) si è disinnescato da solo scivolando con le gomme fredde su un cordolo per baciare il muro. Una serie di circostanze che la Ferrari non può non sfruttare.
Ma gli indizi positivi non finiscono qui. Come hanno fatto a Maranello in sole due settimane a chiudere un gap di sei decimi (al sabato) dalla Mercedes? Lo stesso Vettel è rimasto sorpreso: «Dopo il distacco rimediato in Australia non mi aspettavo di fare la pole, è un risultato eccezionale».
Dietro a questo piccolo miracolo c’è un lavoro intenso, in pista e al simulatore, di ricerca del bilanciamento. Con una macchina stabile e precisa Seb ha pennellato i tornantini spremendo tutta la cavalleria a disposizione. «Rispondeva alla perfezione ed era un piacere guidarla. A Melbourne, invece, è stata quasi una lotta. Così, con una maggiore fiducia nell’anteriore, ho potuto spingere di più».
Alla lista di buone notizie si aggiunge un Raikkonen ritrovato, a 38 anni. Oltre al crono, la migliore testimonianza arriva dalla rabbia agonistica che scarica per quel secondo posto che gli va stretto. «Il traffico mi ha ostacolato, non era proprio quello che volevo. Sono deluso». Iceman ha un compito fondamentale: marcare a uomo Bottas dai primi metri. Come mai la Mercedes si è persa nel deserto? La spiegazione più attendibile è la difficoltà a far «rendere» le gomme supersoft, Hamilton però la pensa diversamente: «Semplicemente, le Ferrari erano più veloci di noi».