Con un furgone contro la folla Morti e feriti
Un uomo di 48 anni si lancia in un’area chiusa al traffico nel centro di Münster: due morti e decine di feriti. Poi si suicida. La polizia esclude la matrice islamista
Torna la paura in Europa. Un furgone è piombato ieri pomeriggio sulla folla seduta ai tavolini di un ristorante nel centro di Münster, città del nord della Germania. Il bilancio è di tre morti (compreso l’attentatore che si è ucciso con una pistola) e venti feriti, di cui sei gravi. L’autore dell’attacco è un cittadino tedesco di 48 anni già noto per problemi psichici. In tarda serata gli inquirenti hanno escluso la matrice terroristica. Gli agenti in un primo momento hanno temuto che il furgoncino potesse contenere ordigni esplosivi.
In una manciata di minuti a Münster, una città del Nordovest della Germania, Jens R. Handeln, tedesco di 48 anni, ha dimostrato che non è necessario essere un islamico radicalizzato per zizzagare con un furgone tra la folla dello shopping. La dissociazione tra metodi e obbiettivi resta nella sfera dell’incomprensibile per la maggioranza degli umani. Nel caso di Handeln la sua follia era diagnosticata dai servizi sanitari nella categoria dei disturbi mentali. Per i tanti terroristi disposti a morire come lui per uccidere altre persone rientra nel repertorio del fanatismo ideologico, della crudeltà e della disperazione umana e politica.
Con entrambi i moventi, però, quel che resta è il dolore della vittime e il senso di impotenza delle nostre società, compresa la più poderosa economia del continente, quella Germania che ha appena fatto registrare il maggior surplus commerciale della sua storia, ma che ha un governo destra-sinistra ancora incerto sulla direzione da prendere e quindi esposto a tutte le critiche. Il neonato governo Merkel è in difficoltà. La dichiarazione della cancelliera, «sono profondamente scioccata dai terribili avvenimenti di Münster», non hanno rassicurato il Paese.
C’era il sole ieri dopo pranzo a Münster, un sole caldo che invitava la gente a riempire le stradine del centro storico e i tavolini dei bar, ad invadere le piazzette. Un furgone è entrato nell’area pedonale e ha cominciato a puntare i passanti. Il mezzo, grigio scuro, era ingombrante, le vie strette. La corsa è durata poche decine di metri. La gente si schiacciava contro i muri, si riparava negli androni. Il van è sbucato davanti al Kiepenkerl, uno dei caffè più popolari di Münster, comparso anche nella serie tv «Tatort». È un poliziesco che ha più protagonisti e più città a fare da sfondo. L’abbinamento più riuscito, però, è tra l’investigatore Thiel e la città di Münster. Il commissario sa parlare alla gente e conosce le loro debolezze, lui avrebbe saputo tener d’occhio Jens Handeln, lo avrebbe fermato mentre preparava il suo attentato forse fabbricando esplosivi, mentre annunciava ai conoscenti che si sarebbe «suicidato in modo clamoroso, indimenticabile». Invece, fuori dagli schermi tv, la follia di Jens è passata inosservata e la polemica sui costi sociali dell’assistenza agli immigrati che ruba risorse ai tedeschi è traboccata sui tg e sugli account Twitter dell’opposizione di estrema destra. Con il neonato governo Merkel che si trova già sulla difensiva.
Il furgone ha investito decine di tavolini ed è lì che c’è stato il maggior numero di vittime. A sera negli ospedali si sono contati due morti per schiacciamento, probabilmente due camerieri del bar, almeno sei feriti gravissimi e altri 14 ricoverati con semplici fratture o danni ancora minori. Jens era al volante e non si è mosso dal posto di guida neppure quando il paraurti anteriore si è trovato agganciato a sedie e tavolini. Poteva innestare la retromarcia, ma il terrorista folle aveva forse pianificato di far saltare il furgone. La polizia nella notte stava ancora esaminando degli oggetti sospetti trovati a bordo: sarebbero serviti per una devastante esplosione, la spettacolare uscita di scena che aveva promesso? Jens non ha neppure aspettato l’arrivo della polizia e con un colpo della pistola che aveva con sé si è suicidato.
Nelle prime ore alcuni testimoni concordavano nel riferire che dal furgone fermo tra i tavolini rovesciati sarebbero scese due persone. Ma è un’ipotesi che a tarda notte sembrava senza riscontri.