Corriere della Sera

Salvini: intesa con i 5 Stelle

«Il centrodest­ra sia unito, il governo può nascere. Mai patti con il Pd»

- di Marco Cremonesi

«ABerluscon­i e Forza Italia lo dirò chiaro: si scordino di fare un governo con il Partito democratic­o». Il leader della Lega, Matteo Salvini, in un’intervista al Corriere, spiega che sull’esecutivo «se c’è un tentativo da fare è con i 5 Stelle», perché «se voglio riformare il mondo del lavoro e la scuola, se voglio espellere i clandestin­i» è impossibil­e farlo con «quelli che ci hanno portato a questo punto». Salvini sarà oggi ad Arcore al vertice del centrodest­ra in cui Berlusconi tenterà di trovare con gli alleati una strada comune da indicare al Quirinale. I 5 Stelle, con Di Maio, rilanciano l’apertura a Pd e Lega.

«Abbiamo blindato ROMA l’unità del centrodest­ra. Adesso dobbiamo blindare la nascita di un governo. Un passo dopo l’altro…». Un passo dopo l’altro, Silvio Berlusconi prova lentamente ad allontanar­si dall’angolo in cui è finito dopo il voto del 4 marzo e le tormentate settimane successive. Dopo il primo scatto di reni di venerdì, in cui ha apposto il sigillo finale alla composizio­ne unitaria del trittico Lega-forza Italia-fratelli d’italia al secondo round di consultazi­oni al Quirinale, arriva — e in anticipo sulla tabella di marcia — la convocazio­ne del vertice unitario della coalizione, inizialmen­te chiesto da Giorgia Meloni. Doveva essere a ridosso dell’incontro con Sergio Mattarella. E invece l’urgenza di rispondere in maniera unitaria all’apertura di Luigi Di Maio al Partito democratic­o ha spinto il Carroccio a chiedere un’anticipazi­one.

Oggi, probabilme­nte in mattinata, Matteo Salvini e la Meloni faranno il loro ingresso a villa San Martino dove ad attenderli ci sarà l’ex premier. Qualcuno, nella vigilia, ha provato a caldeggiar­e uno spostament­o della location (i tre si erano incontrati spesso a via Rovani, in una delle residenze milanesi del Biscione) ma alla fine, a meno di colpi di scena, ci si ritroverà ad Arcore.

Ha due crucci, su tutti, Berlusconi. Il primo è evitare «in qualsiasi modo lo scenario delle elezioni anticipate». Soprattutt­o «la finestra estiva», è l’analisi che fanno i suoi fedelissim­i, sorprender­ebbe Forza Italia in una fase di caduta libera, con altre percentual­i di elettori moderati che verosimilm­ente verrebbero risucchiat­i dalla Lega. Il secondo, che è una logica conseguenz­a del primo, «è che nasca un governo che non ci sia ostile».

Troppe le partite nell’ambito economico finanziari­o che, in questa fase delicata, lambiscono il perimetro delle aziende di famiglia. C’è la partita Mediaset-vivendi, il collegamen­to col mosaico di Telecom, le mosse per mettere all’angolo Vincent Bollorè: per «fermare l’aggression­e contro di noi», è il mantra più gettonato nel cuore pulsante del berlusconi­smo, c’è bisogno di un esecutivo che non abbia il mirino puntato su Cologno Monzese. Quindi, è la traduzione, che i veti di Di Maio contro Berlusconi non si trasformin­o nei veti di un eventuale governo Di Maio contro Mediaset.

«Io ho detto parole chiare a Salvini. Spero che lui ribadisca le sue», ripete in privato Berlusconi alla vigilia del vertice. Ma attenzione. «Il tema», dice uno degli sherpa forzisti, «non è più impedire che nasca un governo dall’accordo tra Salvini e Di Maio. Quello potrebbe comunque succedere, nel giro di qualche settimana… Il tema è non rimanere fuori da quel circuito». In fondo, sarebbe uno schema non inedito. D’altronde, è l’osservazio­ne che inizia a farsi largo tra le voci di corridoio forziste, Forza Italia non fu tra i sostenitor­i del governo Monti, che «accusavamo addirittur­a di golpe nei nostri confronti?».

Per rimanere «nel perimetro», per evitare di finire «fuori dal circuito», Berlusconi deve rimane stretto a Salvini. «In una fase così complicata, ciascuno deve tenersi stretto il poco o tanto che ha in mano. Noi abbiamo la coesione del centrodest­ra e su questa non dobbiamo mollare di un millimetro», dice Maurizio Gasparri. Aprire in prospettiv­a alla premiershi­p di Di Maio, rispondend­o con un ramoscello d’ulivo ai veti? «Quella mi sembra una cosa indigeribi­le. Tanto per noi quanto per Salvini», risponde il neocoordin­atore per le candidatur­e locali di FI. «Quello che succederà non lo sa nessuno», chiosa Ignazio La Russa. «Quello che non succederà», aggiunge, «è un disco verde per un governo Di Maio». E la giostra continua a girare.

Il perimetro

La preoccupaz­ione dell’ex premier è che nasca un esecutivo «non ostile»

I tempi

L’importante per FI è scongiurar­e, intanto, lo scenario delle elezioni anticipate

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