«Silvio si scordi l’asse con il Pd Adesso ci serve una voce sola»
Salvini: ecco cosa gli dirò. M5S? Non siamo poi così lontani sui programmi
MILANO Il leader dei 5 Stelle, Luigi Di Maio, dice che lei ha scelto la restaurazione invece che la rivoluzione... «E perché?».
Per il rapporto con Berlusconi anziché con i 5 Stelle.
«Questa è bella. L’alleanza con Berlusconi gli italiani non solo la conoscono, ma l’hanno votata non più tardi del mese scorso. Forse è Di Maio che sta scegliendo accordi bizzarri con il Pd. E cioé, con quelli che hanno governato negli ultimi 7 anni... Questo ai suoi elettori lui non l’aveva detto». Matteo Salvini sta cuocendo una cotoletta per i figli e intanto pensa al vertice del centrodestra previsto per oggi ad Arcore.
Però il Pd non è più guidato da Renzi. E il capo dei 5 Stelle dialoga con altri.
«Ah, sì? E con chi? Con il ministro alla Cultura Dario Franceschini? Con quello alla Giustizia, Andrea Orlando? Oppure con il reggente Maurizio Martina? E di che cosa dovrei parlare con loro? Io credo alla coerenza, è importante».
Anche Silvio Berlusconi pare avere la tentazione di dialogare con il Pd. Ne parlerete oggi ad Arcore?
«Eccome. Ho visto che anche Renato Brunetta continua a tirare fuori questa storia. Voglio dirlo chiaro: si scordino di fare un governo con il Pd. Se c’è un tentativo da fare, è con i 5 Stelle. Ma guardi che non è una mia fissazione, ma una cosa ovvia».
Perché ovvia?
«Scusi, me lo dica lei: se voglio cancellare la riforma Fornero, se voglio riformare il mondo del lavoro e la scuola ed espellere gli immigrati clandestini, con chi dovrei fare queste cose? Con quelli che ci hanno portato fino a qui? Invidio Di Maio per la sua fantasia, ma credo che non sarebbe serio. E neanche possibile».
Al primo giro di consultazioni al Colle, il centrodestra è andato diviso. Che cosa è cambiato?
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Io ho scelto la restaurazione? Forse è Di Maio a scegliere accordi bizzarri con il Pd d Con gli alleati dobbiamo mettere nero su bianco i dieci punti del nostro programma
«Al primo giro, siamo andati — con mio stupore — dicendo cose diverse. È chiaro che se andiamo in giro dicendo cose diverse, si fa il buon gioco di chi sostiene che siamo divisi. Dunque, parleremo con una voce sola, quella scelta dagli italiani che hanno portato il centrodestra a guida Salvini a essere la coalizione più votata. E così, toglieremo ogni alibi a Luigi Di Maio».
Divisi, un po’ lo siete. Sull’europa, per esempio.
«È vero, quello è un nodo fondamentale. E non solo con Berlusconi. Io non posso andare al governo con chi fino ad oggi ha detto soltanto signorsì a Bruxelles. Di Maio ora dice che loro rimarranno fedeli all’ue...».
Anche voi sembrate meno incendiari di un tempo.
«Io invece l’ho detto anche al presidente Mattarella: a breve ci saranno scadenze importanti, noi intendiamo rispettare gli accordi fino a quando garantiscono il benessere degli italiani. Se invece il rispetto dei parametri significasse chiusura di altre aziende, precariato e povertà, per noi non esiste. Oggi lo dirò anche a Berlusconi: se il centrodestra deve parlare con una sola voce, quella voce deve essere chiara».
Dieci giorni fa diceva che c’era il 50% di probabilità di elezioni. Oggi come rivedrebbe quella percentuale?
«Credo che al di là delle chiacchiere di questi giorni, ci sia una possibilità concreta di costruire il governo tra centrodestra e 5 Stelle».
Da dove nasce la fiducia?
«Oggi con gli alleati dobbiamo mettere nero su bianco i 10 punti del nostro programma. Sulla base di quelli, le distanze dai 5 Stelle sono molto meno di quelle che si pensi. Poi, certo: se Di Maio continua a dire che non vuole Berlusconi... Oggi, quasi tutti hanno il terrore di tornare al voto: io questo problema non ce l’ho».
Le intenzioni di voto parlano di un lieve calo del centrodestra e di un aumento dei 5 Stelle. La Lega cresce ma Forza Italia non arriverebbe al 10%. Lei ci crede?
«A me interessa soprattutto la parte in cui si dice che la fiducia in Salvini degli italiani di centrodestra è ai livelli massimi di sempre».
Quando incontrerà Di Maio sarebbe disponibile ad andare in diretta streaming come fece Bersani?
«La forma dell’incontro è l’ultimo dei problemi, potemmo farlo anche in costume da bagno, sebbene io non sia in forma. La gente se ne frega di come ci incontriamo. Mi auguro davvero che nessuno si attacchi alla forma...».