«Pensiamo ai patti, non a chi li firma» E il Movimento non cede sul premier
L’obiettivo: affermarsi alle Regionali. «E se si rivota campagna d’agosto come in Sicilia»
I riflettori sono tutti per Luigi Di Maio a Ivrea. Ma la politica, negli interventi dal palco, fa capolino poche volte. A strappare applausi — soprattutto — sono gli interventi del pm antimafia Nino Di Matteo e dell’ex ministro del governo Letta Massimo Bray. Anche Davide Casaleggio glissa sullo stallo attuale: «Oggi abbiamo visto qualcosa di lontano dalla politica di tutti i giorni, questa non è una giornata per capire cosa fare domani mattina ma nei prossimi 5-10 anni». Nel retropalco, però, i vertici concordano sul tenere la linea. «Avanti così». L’apertura sempre più marcata ai dem da parte del capo politico M5S e la guerra di logoramento che coinvolge tutti i partiti entra inevitabilmente anche nei capannelli di parlamentari che si formano a margine del convegno. «Il contratto di governo si può fare con il Pd o con la Lega. Noi siamo pronti», ridice Di Maio.
La linea del Movimento è chiara: «Vincoliamoci tutti su degli impegni, dopodiché, chi dovesse essere a sottoscriverli secondo me è relativo», dice Nicola Morra. E poi bolla come «inopportuna» l’idea di un passo indietro di Di Maio come premier. Intorno al nodo di Palazzo Chigi e del governo che sarà, però, si giocano altre partite nell’ombra che saranno fondamentali per capire i rapporti di forza nei prossimi mesi: urne ed economia. Il primo punto sono le prossime elezioni regionali: i Cinque Stelle vogliono confermarsi su alti livelli in Friulivenezia Giulia e Valle d’aosta e tentare il colpo in Molise. Strappare il primo governatore (i sondaggi danno un sostanziale testa a testa a poche settimane dal voto) avrebbe un peso non indifferente.
La campagna elettorale diventa permanente. Non a caso Di Maio sarà oggi ad Aosta e martedì in Molise. I parlamentari iniziano a ipotizzare anche scenari che contemplano il ritorno alle urne. C’è chi ragiona seduto sui cubi che attorniano la zona bar: «Se proprio vogliono rivotare, noi siamo già pronti per una campagna elettorale ad agosto sullo stile di quella siciliana». Infine, si guarda sempre alla partita dell’economia: le convergenze, le prime a livello politico, potrebbero già arrivare nella proposta per il Def che i pentastellati stanno elaborando. L’ipotesi di una sintesi che possa trovare un appoggio trasversale è tutt’altro che remota.
La squadra dei ministri M5S in pectore continua a essere centrale nel disegno e nei progetti del Movimento, segno non solo della volontà di Di Maio di tenere il punto ma anche della quasi sicura certezza che gli equilibri potrebbero smuoversi — Quirinale permettendo — appunto alla fine di aprile o a inizio maggio. Gianluigi Paragone chiarisce: «Se cominci a sfilare pezzi di questa architettura viene giù tutto. Non credo che sia giusto in questa fase assecondare chi tenta di togliere la pietra angolare».
Il tour di Di Maio Dopo i riflettori di Ivrea, riparte il tour di Di Maio Oggi sarà ad Aosta, martedì tocca al Molise