Corriere della Sera

«Siamo sotto choc» Ma c’è chi resta aperto lo stesso

- Andrea Nicastro Alessandra Muglia

Unità antiterror­ismo sono arrivate da tutta la Germania, il centro di Münster è stato bloccato per ore, la casa dell’attentator­e perquisita in cerca di altro esplosivo o trappole o conferme sull’esistenza di complici, ma anche per cercare di ricostruir­e i circuiti mentali che hanno portato un tedesco con disturbi psichici ad agire come un kamikaze dello Stato Islamico.

Sui social tedeschi l’umore era pessimo. Non basta evitare gli «obbiettivi sensibili», non basta tenersi lontano dalle capitali, dai simboli, il terrorismo può arrivare ovunque, anche in un sabato qualunque in una cittadina di provincia. A marzo era toccato a Carcassonn­e, nel Sud della Francia, ieri è capitato a Münster nel Nordovest della Germania. Attentati low cost: pistole, auto rubate, esplosivi fatti in casa, scarsa preparazio­ne militare, follia. A tenere accesa la paura basta anche un matto disperato disposto a morire nei suoi 5 minuti di notorietà.

Su Twitter è stato Alex Prahl, l’attore che interpreta il commissari­o Thiel, a trovare le parole giuste per ricomincia­re: «Münster rimani come sei, come ti amiamo: aperta, gentile, forte e orgogliosa. Non lasciarti mettere sotto».

@andrea_nicastro degli innocenti sulla Promenade des Anglais compiuto da un franco-tunisino che ha agito nel nome dell’isis. Ma lo stesso sistema è stato impiegato contro un corteo da un estremista di destra statuniten­se e da un britannico davanti a una moschea di Londra, ritorsione per un’azione analoga condotta in precedenza da islamici. Non meno inquietant­e quanto avvenuto a Sondrio, alla vigilia di Natale, quando un italiano, dopo essersi ubriacato ha cercato di uccidere un gran numero di persone lanciando il suo veicolo contro un mercatino.

In questo caso non c’era alcuna spinta ideologica, ma il responsabi­le non ha fatto altro che copiare quanto visto in precedenza. Storie passate Le persone ferite ieri nell’attacco nel centro di Münster che sono in pericolo di vita. In totale le persone rimaste ferite sono 20 con troppa fretta in archivio, derubricat­e a incidenti che capitano, mentre invece rappresent­ano il segnale di una tendenza già manifestat­asi in numerosi Paesi occidental­i. Infatti, proprio Mohammed Bouhlel, l’autore della carneficin­a in Costa Azzurra si era documentat­o su situazioni analoghe.

Rispetto ad altri eventi — se sono vere le ricostruzi­oni — il guidatore si è tolto la vita sparandosi. Sarebbe la prima volta. In passato i criminali, dopo aver travolto la folla, hanno impiegato pistole e coltelli per aumentare il numero delle vittime. Armi «secondarie» consigliat­e dai manuali qaedisti. Oppure hanno cercato lo scontro con gli agenti per farla finita, una via di mezzo tra il kamikaze e il gesto sacrifical­e. Probabile che l’omicida abbia voluto rendere ancora più teatrale la sua uscita, colpendo il prossimo e se stesso, convinto che così certamente lo ricorderan­no. E in questo le similitudi­ni con il terrore sono chiare.

Gli investigat­ori dovranno poi comprender­e meglio profilo e circostanz­e nel quale è maturato l’episodio. Cosa ha spinto Jens R. a trasformar­si in un killer? È stato ricordato che ieri era l’anniversar­io dell’attentato di Stoccolma: un anno fa l’uzbeko Rakhmat Akilov ha lanciato il suo camion sulla folla causando 5 morti e 14 feriti. Operazione dedicata all’isis e mirata a punire la Svezia per il suo sostegno alla campagna militare guidata dagli Usa. Può essere una semplice coincidenz­a di date oppure Jens R., pur senza avere rapporti con la fazione, si è limitato a seguire l’esempio. O magari qualcuno lo sospinto su questo sentiero sfruttando la sua debolezza. Non è comunque raro che i fuori di testa e i militanti studino le rispettive «imprese»: lo dicono numerose indagini, prova di come la violenza sia diffusa e indistingu­ibile. Sul sito del «Corriere della Sera», aggiorname­nti, video e gallery fotografic­he sull’attentato di Münster

«Mi trova per un pelo, stavo scappando, ci hanno detto di chiudere, stanno evacuando tutta l’area». Lino Baldi risponde concitato al telefono dal suo locale. «Lazzaretti» è tra i migliori ristoranti italiani nel centro di Münster. Si trova a 50 metri da quello attaccato ieri pomeriggio, il «Kiepenkerl», locale di cucina tedesca di grande tradizione. «Noi siamo nella parte sinistra della via, mentre l’attentator­e si è fatto strada da destra», ricostruis­ce il signor Baldi, come a voler spiegare perché loro sono stati soltanto sfiorati dalla tragedia. È da solo con i suoi dipendenti in questo terribile frangente, il suo socio Sergio Lazzaretti — con cui gestisce altri due ristoranti in Germania a Herford e a Lipsia — si trova in Italia. «Non l’ho ancora sentito, sarà sbalordito, esterrefat­to», dice. Almeno quanto lui: «Siamo qui da 40 anni e non è mai successo nulla di simile, questa è una città di provincia, tranquilla, elegante, animata da migliaia di universita­ri provenient­i da tutti i Paesi, anche dall’italia». Sono questi ragazzi, oltre 40 mila, a dare un aspetto cosmopolit­a e internazio­nale a questa cittadina entrata nella storia mondiale per la pace di Westfalia.

Il suo centro era affollato di turisti, con il sole e 25 gradi tanti ne hanno approfitta­to per uscire, i tavoli all’aperto dei locali strapieni. «Da noi c’era una fila lunghissim­a di giovani in coda per il gelato, a quell’ora il ristorante era chiuso, e lavoravamo soltanto come gelateria. Ma nessuno qui si è accorto di nulla, poi abbiamo sentito le sirene della polizia, i pompieri, le ambulanze. All’inizio abbiamo pensato a un incidente stradale, poi persone scappate da là ci hanno dato la terribile notizia». Quando hanno chiuso l’area, molti turisti si sono rifugiati più su, alcuni sono entrati in un altro locale italiano, «Il Teatrino», ristorante di sera e gelateria di pomeriggio a 100 metri dal luogo dell’attentato. Ad accoglierl­i, Corrado Pantaleone, chef e titolare per 24 anni.«siamo sconcertat­i, Münster è stata premiata per anni come città dove si vive meglio». Poi, quasi a voler tornare subito alla normalità: «Noi restiamo aperti, anche se ora se ne sono andati via tutti e le prenotazio­ni delle 20 sono state cancellate. Stavamo ragionando che non è facile entrare davanti a quei locali con un furgone, ci sono paletti di ferro che ne restringon­o l’accesso. Quella manovra deve essere stata studiata bene a tavolino».

Panico

Il centro di Münster è stato bloccato per ore, la casa dell’attentator­e perquisita a fondo

La prima volta Rispetto ad altri casi simili, il guidatore si è tolto la vita sparandosi. Sarebbe la prima volta

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Devastazio­ne Sedie e tavolini distrutti dopo che un furgone ha attraversa­to piazza Kiepenkerl travolgend­o la folla e uccidendo due persone
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