«Siamo sotto choc» Ma c’è chi resta aperto lo stesso
Unità antiterrorismo sono arrivate da tutta la Germania, il centro di Münster è stato bloccato per ore, la casa dell’attentatore perquisita in cerca di altro esplosivo o trappole o conferme sull’esistenza di complici, ma anche per cercare di ricostruire i circuiti mentali che hanno portato un tedesco con disturbi psichici ad agire come un kamikaze dello Stato Islamico.
Sui social tedeschi l’umore era pessimo. Non basta evitare gli «obbiettivi sensibili», non basta tenersi lontano dalle capitali, dai simboli, il terrorismo può arrivare ovunque, anche in un sabato qualunque in una cittadina di provincia. A marzo era toccato a Carcassonne, nel Sud della Francia, ieri è capitato a Münster nel Nordovest della Germania. Attentati low cost: pistole, auto rubate, esplosivi fatti in casa, scarsa preparazione militare, follia. A tenere accesa la paura basta anche un matto disperato disposto a morire nei suoi 5 minuti di notorietà.
Su Twitter è stato Alex Prahl, l’attore che interpreta il commissario Thiel, a trovare le parole giuste per ricominciare: «Münster rimani come sei, come ti amiamo: aperta, gentile, forte e orgogliosa. Non lasciarti mettere sotto».
@andrea_nicastro degli innocenti sulla Promenade des Anglais compiuto da un franco-tunisino che ha agito nel nome dell’isis. Ma lo stesso sistema è stato impiegato contro un corteo da un estremista di destra statunitense e da un britannico davanti a una moschea di Londra, ritorsione per un’azione analoga condotta in precedenza da islamici. Non meno inquietante quanto avvenuto a Sondrio, alla vigilia di Natale, quando un italiano, dopo essersi ubriacato ha cercato di uccidere un gran numero di persone lanciando il suo veicolo contro un mercatino.
In questo caso non c’era alcuna spinta ideologica, ma il responsabile non ha fatto altro che copiare quanto visto in precedenza. Storie passate Le persone ferite ieri nell’attacco nel centro di Münster che sono in pericolo di vita. In totale le persone rimaste ferite sono 20 con troppa fretta in archivio, derubricate a incidenti che capitano, mentre invece rappresentano il segnale di una tendenza già manifestatasi in numerosi Paesi occidentali. Infatti, proprio Mohammed Bouhlel, l’autore della carneficina in Costa Azzurra si era documentato su situazioni analoghe.
Rispetto ad altri eventi — se sono vere le ricostruzioni — il guidatore si è tolto la vita sparandosi. Sarebbe la prima volta. In passato i criminali, dopo aver travolto la folla, hanno impiegato pistole e coltelli per aumentare il numero delle vittime. Armi «secondarie» consigliate dai manuali qaedisti. Oppure hanno cercato lo scontro con gli agenti per farla finita, una via di mezzo tra il kamikaze e il gesto sacrificale. Probabile che l’omicida abbia voluto rendere ancora più teatrale la sua uscita, colpendo il prossimo e se stesso, convinto che così certamente lo ricorderanno. E in questo le similitudini con il terrore sono chiare.
Gli investigatori dovranno poi comprendere meglio profilo e circostanze nel quale è maturato l’episodio. Cosa ha spinto Jens R. a trasformarsi in un killer? È stato ricordato che ieri era l’anniversario dell’attentato di Stoccolma: un anno fa l’uzbeko Rakhmat Akilov ha lanciato il suo camion sulla folla causando 5 morti e 14 feriti. Operazione dedicata all’isis e mirata a punire la Svezia per il suo sostegno alla campagna militare guidata dagli Usa. Può essere una semplice coincidenza di date oppure Jens R., pur senza avere rapporti con la fazione, si è limitato a seguire l’esempio. O magari qualcuno lo sospinto su questo sentiero sfruttando la sua debolezza. Non è comunque raro che i fuori di testa e i militanti studino le rispettive «imprese»: lo dicono numerose indagini, prova di come la violenza sia diffusa e indistinguibile. Sul sito del «Corriere della Sera», aggiornamenti, video e gallery fotografiche sull’attentato di Münster
«Mi trova per un pelo, stavo scappando, ci hanno detto di chiudere, stanno evacuando tutta l’area». Lino Baldi risponde concitato al telefono dal suo locale. «Lazzaretti» è tra i migliori ristoranti italiani nel centro di Münster. Si trova a 50 metri da quello attaccato ieri pomeriggio, il «Kiepenkerl», locale di cucina tedesca di grande tradizione. «Noi siamo nella parte sinistra della via, mentre l’attentatore si è fatto strada da destra», ricostruisce il signor Baldi, come a voler spiegare perché loro sono stati soltanto sfiorati dalla tragedia. È da solo con i suoi dipendenti in questo terribile frangente, il suo socio Sergio Lazzaretti — con cui gestisce altri due ristoranti in Germania a Herford e a Lipsia — si trova in Italia. «Non l’ho ancora sentito, sarà sbalordito, esterrefatto», dice. Almeno quanto lui: «Siamo qui da 40 anni e non è mai successo nulla di simile, questa è una città di provincia, tranquilla, elegante, animata da migliaia di universitari provenienti da tutti i Paesi, anche dall’italia». Sono questi ragazzi, oltre 40 mila, a dare un aspetto cosmopolita e internazionale a questa cittadina entrata nella storia mondiale per la pace di Westfalia.
Il suo centro era affollato di turisti, con il sole e 25 gradi tanti ne hanno approfittato per uscire, i tavoli all’aperto dei locali strapieni. «Da noi c’era una fila lunghissima di giovani in coda per il gelato, a quell’ora il ristorante era chiuso, e lavoravamo soltanto come gelateria. Ma nessuno qui si è accorto di nulla, poi abbiamo sentito le sirene della polizia, i pompieri, le ambulanze. All’inizio abbiamo pensato a un incidente stradale, poi persone scappate da là ci hanno dato la terribile notizia». Quando hanno chiuso l’area, molti turisti si sono rifugiati più su, alcuni sono entrati in un altro locale italiano, «Il Teatrino», ristorante di sera e gelateria di pomeriggio a 100 metri dal luogo dell’attentato. Ad accoglierli, Corrado Pantaleone, chef e titolare per 24 anni.«siamo sconcertati, Münster è stata premiata per anni come città dove si vive meglio». Poi, quasi a voler tornare subito alla normalità: «Noi restiamo aperti, anche se ora se ne sono andati via tutti e le prenotazioni delle 20 sono state cancellate. Stavamo ragionando che non è facile entrare davanti a quei locali con un furgone, ci sono paletti di ferro che ne restringono l’accesso. Quella manovra deve essere stata studiata bene a tavolino».
Panico
Il centro di Münster è stato bloccato per ore, la casa dell’attentatore perquisita a fondo
La prima volta Rispetto ad altri casi simili, il guidatore si è tolto la vita sparandosi. Sarebbe la prima volta