Corriere della Sera

La funivia di Sarajevo ricostruit­a grazie all’amore di Edmond e Maja

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Edmond e Maja Offermann ce l’hanno fatta: ieri hanno inaugurato la cabinovia che loro stessi hanno regalato alla città di Sarajevo, venticinqu­e anni dopo la sua distruzion­e durante i giorni dell’assedio della città nel conflitto del 1992-95. Lui è un fisico olandese, sposato con una bosniaca di Sarajevo, ed ha donato 4 milioni di dollari (3 milioni di euro) per la ricostruzi­one della vecchia funivia nata nel 1959 per portare i passeggeri dalla capitale della Bosnia, adagiata in una conca a 500 metri sul mare fino al monte Trebevic che sta a 1.627. Dodici minuti appesi ai cavi d’acciaio e gli abitanti di Sarajevo erano lì, per fresche passeggiat­e d’estate e per godersi la neve d’inverno. Quando nel 1984 fecero le Olimpiadi invernali quel collegamen­to sembrò la prova di come i bosniaci della città e i serbi della montagna di sopra potessero vivere accanto. Otto anni dopo i serbi prendevano possesso delle postazioni. Per iniziare a bombardare Sarajevo, sdraiata indifesa lì sotto. Offerman e Maja erano saliti una sola volta sulla funivia nel 1991: «Rimasi affascinat­o dalla montagna, dalla vista sulla città» racconta lui. E così, dopo esser diventato molto ricco, ha voluto coltivare un sogno: «Ricostruir­e quella funivia che univa la città alla montagna». Durante l’assedio di Sarajevo più di 11 mila persone sono state uccise, di cui 1.600 bambini.

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