Corriere della Sera

Morta di otite a 4 anni, la catena degli errori

Brescia, i dolori a fine febbraio e le visite dal pediatra e in Pronto soccorso. Medici indagati: omicidio colposo

- Mara Rodella (Ansa)

Una vita lunga solo 4 anni. E un calvario di poco più di un mese sul quale ora indaga la magistratu­ra che in queste ore sta notificand­o una decina di avvisi di garanzia ai medici coinvolti nella vicenda. Un’odissea di dolore, quella di Nicole Zacco, di Gottolengo (piccolo centro della pianura bresciana), nata da un piccolo malessere che nessuno ha saputo cogliere a pieno. A papà Mattia e a mamma Alessandra avevano detto che era solo un’otite, il referto di morte stilato giovedì dai medici parla di «ascesso cerebellar­e». A tanto era arrivata quell’infezione trascurata.

Marzo, prime avvisaglie

«Mi fa male» diceva in continuazi­one la piccola agli inizi di marzo, toccandosi l’orecchio e il collo. Tra febbraio e marzo qualche giorno di assenza dall’asilo: al suo rientro compagni e insegnanti avevano notato che quell’allegria che la accompagna­va in ogni gesto si era come spenta un poco. Meno esuberante, più calma, Nicole. E allora ecco che la mamma l’ha portata per una visita dal pediatra di famiglia, che ha prescritto alla bimba l’anauran, noto farmaco per curare le otiti più insistenti. Le sue condizioni, però, non migliorano come si sperava. E i genitori si ripresenta­no due settimane dopo dal medico. In studio c’è un sostituto e la terapia non cambia.

Di ospedale in ospedale

Nicole continua ad accusare fastidio e dolore. Il suo pianto inconsolab­ile getta i genitori nello sconforto e li imbriglia in un senso di impotenza tale da decidere di portare la bambina al pronto soccorso dell’ospedale di Manerbio, pochi chilometri da casa. I medici la visitano e la dimettono senza una terapia specifica. La situazione non cambia e i genitori si confidano con il sindaco Giacomo Massa, amico di sempre. «Non sappiamo più cosa fare, non riusciamo a capire perché non guarisca» gli dice il padre sabato 31 marzo.

Poche ore dopo un nuovo tentativo in ospedale. Questa volta il pronto soccorso è quello della clinica Poliambula­nza, grossa casa di cura del Le tappe

● Alla fine di febbraio Nicole Zacco, 4 anni, di Gottolengo (Brescia), lamenta dolori tra l’orecchio e il collo: i genitori decidono di portarla dal pediatra di famiglia che prescrive un farmaco contro l’otite

● La bimba non migliora così i genitori si ripresenta­no due settimane dopo dal medico: c’è un sostituto che non cambia la terapia

● Nicole continua a soffrire e così viene portata all’ospedale di Manerbio: viene dimessa senza una terapia specifica

● Il 31 marzo i genitori portano la figlia alla clinica Poliambula­nza, casa di cura di Brescia dove però suggerisco­no di aspettare 2 giorni

● In realtà i genitori non aspettano e portano Nicole all’ospedale Civile di Brescia dove i medici individuan­o un «grave ascesso cerebellar­e»

● La piccola viene operata, ma le condizioni sono disperate: Nicole è morta giovedì scorso capoluogo. Anche qui un ricovero non sembra necessario. «Aspettate un paio di giorni, se non migliora rivolgetev­i ai colleghi dell’ospedale Civile di Brescia», dicono i medici. Ma l’ansia cresce: Mattia e Alessandra non fanno nemmeno ritorno a casa, vanno direttamen­te al pronto soccorso pediatrico. La piccola è vigile, reattiva, i parametri vitali nella norma. Ma sono gli accertamen­ti neuroradio­logici a rivelare un quadro clinico in realtà già compromess­o: «Grave ascesso cerebellar­e».

L’epilogo

Domenica mattina, la mattina di Pasqua, Nicole viene sottoposta a un intervento chirurgico d’urgenza per rimuovere la massa. L’asportazio­ne dell’ascesso è parziale (inoperabil­e, pare, nella sezione inferiore). Ma gli specialist­i sono chiari: «Difficilme­nte supererà una simile infezione». Mercoledì sera Nicole sembra tornata quella di sempre. «Eravamo nel letto insieme, abbiamo parlato e canticchia­to le sue canzoni preferite» ricorda commosso il papà. Poi, al mattino dopo, lascia la stanza per nuovi accertamen­ti. «Non l’abbiamo più vista», dicono in lacrime i genitori.

Ora è tempo di fare chiarezza, l’autopsia è fissata per martedì e il pm Claudia Moregola ha iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo tutti i medici che con la piccola Nicole hanno avuto a che fare nelle ultime settimane. Un atto dovuto — lasciano intendere gli inquirenti — così tutti potranno nominare un proprio consulente.

Resta il dramma della famiglia. «Nicole voleva fare il dottore, non so quante bambole abbiamo medicato e quanti peluche fasciato. Era il suo gioco preferito. Sognava di salvare gli altri bimbi» racconta il padre, cullato da un’unica, piccola, consolazio­ne. Il cuore di Nicole batte già nel petto di un altro bimbo. «Un atto di amore e di speranza» sorride Mattia.

L’inchiesta

Il magistrato ha disposto l’autopsia I genitori: «Da grande voleva fare il dottore»

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