Corriere della Sera

Impresa al Sud, la carica dei 5.000 Dal turismo all’agricoltur­a bio

Lunedì la prima scadenza, fondi gestiti da Invitalia: finanziame­nti fino a 50 mila euro

- Di Andrea Ducci

ROMA Tutto pare procedere a passo spedito. In ballo ci sono gli incentivi destinati a imprendito­ri under 36 residenti nelle regioni del sud Italia. Il meccanismo di agevolazio­ne è stato ribattezza­to «Resto al Sud» e già il nome sottolinea l’obiettivo di favorire lo sviluppo di giovani imprese, ancorandol­e alle aree del Mezzogiorn­o. L’operazione è partita a metà gennaio sotto la gestione di Invitalia, un primo bilancio, alla vigilia del termine del 9 aprile per esaminare le 209 richieste presentate il 15 gennaio, evidenzia che sono state già valutate oltre 600 domande di accesso agli incentivi. «Resto al Sud è una risposta di qualità alla domanda di lavoro e di impresa dei giovani nel Mezzogiorn­o e Invitalia sta assicurand­o tempi record di gestione per consentire un rapido avvio delle iniziative approvate, che ad oggi sono 210», spiega Domenico Arcuri, amministra­tore delegato di Invitalia.

Il buon esito di «Resto al Sud» è confermato dalle ulteriori 5 mila richieste in via di definizion­e sulla piattaform­a on line di Invitalia (tra qualche settimana sarà possibile verificare tramite una App lo stato di avanzament­o delle domande). L’incentivo prevede del resto un’agevolazio­ne che copre fino al 100% delle spese di investimen­to: il 35% a fondo perduto, il restante 65% con un finanziame­nto bancario garantito dal Fondo di Garanzia delle Pmi. Gli interessi sono a carico dello Stato.

I dati indicano, inoltre, che la regione con il maggior numero di domande è la Campania, seguita da Sicilia, Calabria, Abruzzo, Sardegna, Puglia, Basilicata e Molise. Il 37% delle domande è riconducib­ile a imprendito­ri tra i 30 e i 35 anni, che nel 30% dei casi possiede un buon livello di istruzione (laurea, master, dottorato di ricerca). Circa la metà dei progetti riguarda il settore turistico-culturale. Al secondo posto ci sono le attività manifattur­iere (con il 23% delle iniziative). Le proposte di nuove imprese già presentate prevedono investimen­ti per 130 milioni di euro e la creazione di oltre 7.300 posti di lavoro.

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