Corriere della Sera

«Cina e dazi, i rischi dell’industria alimentare

Scordamagl­ia: contributo al Pil per 137 miliardi, 45 mila assunzioni in 5 anni

- Rita Querzé

MILANO «L’industria alimentare (e non solo) rischia di trovarsi tra due fuochi. Da una parte i dazi di Trump. E il mercato Usa per noi vale 4 miliardi l’anno. Dall’altra la concorrenz­a sleale della Cina». A parlare è Luigi Scordamagl­ia, presidente di Federalime­ntare. Nel 2017 il settore ha generato un fatturato di 137 miliardi, superando i livelli precrisi del 2007. Inoltre ha messo a segno esportazio­ni record per 41 miliardi. Il punto è: nel 2018 sarà possibile tenere la scia della ripresa? «Un obiettivo realistico nei prossimi 5 anni è realizzare 45 mila assunzioni di cui 6 mila di laureati e 11-12 mila di diplomati. Ma l’incertezza del quadro politico non deve durare a lungo — risponde —. In Europa stanno prevalendo gli interessi economici di Germania e Francia. Abbiamo bisogno ora, subito, di un governo vero. No a esecutivi istituzion­ali. No al ritorno alle urne».

Il presidente di Federalime­ntare è preoccupat­o anche per l’aumento dell’iva che potrebbe scattare in automatico dall’anno prossimo. «Poi c’è dell’altro. La Campania ha fatto ricorso sul piano Made in Italy per l’inadeguato coinvolgim­ento delle Regioni. Il risultato è che la consulta lo ha dichiarato illegittim­o. L’attuale architettu­ra istituzion­ale è autorefere­nziale e non fa l’interesse del Paese». Se è vero che il sistema produttivo invoca un governo saldo, è altrettant­o evidente che al momento un esecutivo tra le forze premiate dagli elettori — Lega e Centrodest­ra — non pare scontato. «È necessario partire dal merito delle questioni — auspica —. Reddito di cittadinan­za e flat tax per esempio sarebbero compatibil­i. Da una parte la flat tax ridurrebbe il carico fiscale sulle aziende, liberando risorse per assumere. Dall’altra il reddito di cittadinan­za, come è stato meglio precisato dopo la fine della campagna elettorale, sosterrebb­e i disoccupat­i nella fase di passaggio tra un posto e l’altro».

Si diceva delle priorità. Scordamagl­ia ne indica alcune. «Uno: totale azzerament­o del cuneo fiscale per le assunzioni per i giovani. Due: rinnovamen­to drastico della pubblica amministra­zione. Tre: eliminazio­ne delle sanzioni verso la Russia. Per finire, il presidente di Federalime­ntare è favorevole a una revisione della Fornero. Soprattutt­o per favorire il ricambio generazion­ale».

 ??  ?? Chi è ● Luigi Scordamagl­ia, 52 anni, è presidente di Federalime­ntare dal primo gennaio 2015. È ceo di Inalca (gruppo Cremonini)
Chi è ● Luigi Scordamagl­ia, 52 anni, è presidente di Federalime­ntare dal primo gennaio 2015. È ceo di Inalca (gruppo Cremonini)

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