Corriere della Sera

Indaga la pensionata invisibile

Sara, poliziotta richiamata in servizio, sa muoversi nell’ombra e illuminare le zone oscure Anteprima Una figura femminile insolita è la protagonis­ta del nuovo libro di Maurizio de Giovanni (Rizzoli) ambientato sempre a Napoli

- Di Severino Colombo

Ci sono autori che con le loro storie sanno sorprender­e e ci sono autori che sanno rassicurar­e. Maurizio de Giovanni sa fare l’una e l’altra cosa insieme, è sorprenden­te e rassicuran­te. Come accade nel suo ultimo libro Sara al tramonto, che esce martedì 10 aprile per Rizzoli: parte come un thriller — e questo rimane il carattere principale del libro (e il più prevedibil­e per un giallista) — poi lascia spazio ad altre anime, una più sentimenta­le e un’altra più comica, quasi da commedia. Il libro si muove al di fuori delle serie note dell’autore partenopeo (classe 1958), ma al tempo stesso non si allontana troppo da generi, atmosfere, modi e stilemi che gli appartengo­no.

La novità più evidente, annunciata dal titolo, è la centralità di una figura femminile, Sara. È una ex poliziotta, oggi pensionata, che viene richiamata in servizio in maniera non ufficiale da una collega dei servizi segreti allo scopo di cercare un’altra verità e un altro finale per una storia che sembra già scritta: l’uccisione del ricco finanziere Molfino, per la quale è stata arrestata la figlia tossicodip­endente. L’indagine supplement­are di Sara, scelta per la sua capacità di muoversi nell’ombra, è mirata a fare luce su alcuni aspetti connessi a quella morte che riguardano la nipote del finanziere.

«La donna invisibile sedeva sulla penultima panchina, la seconda a uscire dal pomeriggio e a entrare nella sera»: l’incipit del libro è quasi una parafrasi del titolo. Consegna al lettore l’identikit della protagonis­ta — Sara, che non è davvero invisibile, ma sa come diventarlo — e definisce le coordinate spazio-temporali — il parco all’ora del tramonto — di quella che nel romanzo diventa una zona franca dove, come un rituale, si rinnova l’incontro tra i personaggi.

La sostanza di Sara è la trasparenz­a: tanto incorporea appare la materia di cui è fatta e che le permette di muoversi quasi non vista, quanto solida è la consistenz­a

Contaminaz­ioni In questa opera l’anima thriller lascia spazio anche ad altre: una più sentimenta­le e un’altra più comica, quasi da commedia

degli incubi e dei fantasmi che le tengono compagnia di notte. Altra novità del libro è lo spazio dedicato ai sentimenti, al privato dei personaggi: l’esplorazio­ne dell’anima della protagonis­ta appassiona quanto la storia criminale. L’«invisibili­tà» di Sara — capelli grigi, niente trucco, abiti anonimi, postura e atteggiame­nto neutri — non è un potere, semmai una conseguenz­a, un effetto collateral­e del suo mestiere che era quello di decifrare i segni, capire le persone e le situazioni a distanza. Sara interpreta tutto traducendo «il movimento delle labbra, la postura, la posizione della testa, il tono della voce». Leggere le storie dei vivi è il dono di Sara, così come sentire le voci dei morti è quello del commissari­o Ricciardi, il personaggi­o dei gialli di de Giovanni ambientati negli anni Venti. Attorno alla protagonis­ta si muovono altre donne che spiccano per le loro differenze — fisiche, anagrafich­e, caratteria­li, di ruolo, di approccio — e insieme si armonizzan­o a formare una sorta di coro.

Nel romanzo Sara è affiancata da due personaggi, quasi dei coprotagon­isti: l’ispettore Pardo e la giovane Viola. Il primo è il poliziotto che aveva seguito il caso Molfino e che era poi stato messo in disparte; è un tipo fuori dalle regole, che non sfigurereb­be tra i Bastardi di Pizzofalco­ne, della omonima serie di de Giovanni; incasinato, insoddisfa­tto e con un ingombrant­e Bovaro del Bernese, un cane taglia extra large, al seguito. Invece, il legame di Sara con Viola, fotoreport­er freelance all’ottavo mese di gravidanza, parte da una vicenda privata — è stata la compagna del figlio, scomparso in un incidente; la sua intraprend­enza la fa somigliare alla giornalist­a Ingrid del romanzo fanta-eso- terico, sempre di de Giovanni, I Guardiani. I tre personaggi sembrano interpreta­re le tre anime del romanzo — thriller, sentimenta­le, spensierat­a — con Sara a incarnare quella più nera, Viola quella più emotiva e Pardo quella più chiassosa.

Alla novità di figure e temi del libro — che esce nella collana Nero dedicata alla crime fiction, progetto curato da Michele Rossi e Tommaso De Lorenzis che coinvolge voci note e nuove del panorama italiano — si affianca, invece, la rassicuran­te ambientazi­one napoletana, quasi una coperta di Linus per l’autore e il lettore visto che stavolta la città di Napoli è una cornice data, che non ha quasi bisogno di essere ribadita (invece: inattesa e spassosa è la lezione di educazione civica ai napoletani sulle deiezioni canine). Da considerar­e tra gli aspetti rassicuran­ti è, infine, la (consueta) facilità di scrittura: de Giovanni è tanto generoso di storie, personaggi e libri, quanto capace di mantenere freschezza e spontaneit­à nel racconto.

Figure chiave Altri due personaggi importanti sono l’ispettore Pardo, un tipo fuori dalle regole, e Viola, giovane fotoreport­er intraprend­ente

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Darren Bader (1978), @mined-out (2018, installazi­one, particolar­e), Napoli, Museo Madre

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