Corriere della Sera

Il capolavoro di Miller Dovizioso, Marquez e Rossi fanno solo le comparse

- Flavio Vanetti

È spuntato dal nulla, come un fantasma. Durante il suo ultimo, fantastico giro l’avevano addirittur­a perso dai radar: erano tutti convinti che Jack Miller stesse rientrando ai box. Invece l’australian­o che si definisce un «matto razionale» stava dando la scalata alla più incredibil­e delle pole position, quella che oggi gli consentirà di partire davanti a tutti a Termas de Rio Hondo nel secondo Gp del Motomondia­le.

La prima partenza al palo della Ducati Pramac nasce dal coraggio di un ragazzo che diventa il primo «canguro» a issarsi così in alto al sabato dopo Casey Stoner (qui si parla del 2012). Ha domato l’asfalto un po’ bagnato e un po’ no, ha cercato il suo filo nascosto (le fette di pista asciutte) per ricamare un capolavoro. Ha anche rischiato di essere disarciona­to, nel corso del primo tentativo; ma come un cowboy duro di scorza ha domato il cavallo, facendosi guidare fino alla meta nella seconda tornata d’attacco. «Sì, è stato impression­ante quello che ho combinato — ammette il ventitreen­ne che nel 2015 fece il passaggio diretto dalla Moto3 alla massima categoria -: ma sono stato bravo a rimanere calmo, concentrat­o e pulito nella guida».

La misura della sua impresa la dà la rinuncia degli altri alla stessa strategia. Primo fra tutti il re di Termas, Marc Marquez, che è entrato ai box per passare alla moto gommata «slick» salvo ripensarci e uscire di nuovo in configuraz­ione da bagnato. Ma anche chi ha conteso a Miller la pole ha seguito la direzione del campione del mondo in carica, magari arrivando alla sua stessa conclusion­e dopo rapide e tormentate riflession­i.

Ecco allora le confession­i di Dani Pedrosa («Anch’io stavo per cambiare, ma poi mi sono ricordato che la curva 8 era ancora super-bagnata e così non ho rischiato» dice il pilota della Honda ufficiale) e di Johann Zarco, il francese terzo con la Yamaha Tech: «Anche la curva 7 non era da slick. Ma lo dico a titolo personale e aggiungo che con le coperture da asciutto non avrei fatto meglio. Onore e merito, dunque, al cuore di Jack». La galanteria di Dani e Johann introduce il bollettino che riguarda gli sconfitti: Marquez, come detto, non ha beccato palla; poi Dovizioso — mai in lotta per la pole dopo essersi qualificat­o assieme ad Aleixis Espargaro dal Q1 che ha bocciato Jorge Lorenzo —, quindi le Yamaha di Viñales (nono) e di Rossi (undicesimo), vere comparse della qualifica. Ma questo è solo l’antipasto del week end: nella serata italiana sapremo la verità. E Marquez, assetato di rivincita, rimane il favorito.

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