Corriere della Sera

L’italia si inchina alla Francia nel doppio degli orrori Oggi non si può più sbagliare

- DALLA NOSTRA INVIATA Gaia Piccardi

GENOVA Se un calciatore non si giudica da un rigore, Fabio Fognini e Simone Bolelli non possono essere crocifissi per aver giocato ieri in Coppa Davis il peggior doppio della loro carriera. Perdere si può, però ci sono tanti modi di farlo. E la tradizione azzurra quando c’è di mezzo l’insalatier­a d’argento non prevede mezze misure: successi memorabili o figuracce cosmiche.

Il punto che consegna alla Francia detentrice il match point per l’accesso alla semifinale (contro Spagna o Germania: dopo un doppio rocamboles­co i tedeschi conducono 2-1 ma gli altri hanno l’asso nella manica, Rafa Nadal) è lo snodo cruciale di una sfida che si può ancora vincere, a patto di dimenticar­si cosa è successo ieri a Valletta Cambiaso (pessimi, tra l’altro, i fischi contro l’esuberante torcida transalpin­a: perché in Italia spesso si preferisce fischiare gli altri piuttosto che sostenere i propri?). Un doppio segnato dallo sciagurato decimo game del primo set, regalato a Herbert e Mahut (non esattament­e Mcenroefle­ming) grazie ai due doppi falli di Bolelli e allo smash tirato da Fognini, piantato come un totem sotto rete, nel golfo del Tigullio. 6-4 e non c’è più stata partita. Taciamo delle risposte flaccide della compagnia dei celestini, delle volée affossate in rete con accidia, di un secondo smash del neghittoso enfant du pays spedito tra gli anelli di Saturno, del warning preso dalla mitissima giudicessa di sedia e dei cinque minuti spesi a discutere una palla francese (quella del break dell’1-0 nel terzo set, una volta perso il secondo 6-3) che evidenteme­nte aveva pizzicato la riga di fondo. Taciamo per carità di patria e perché di tante cose si può accusare Fabio Fognini tranne di non spendersi in Coppa Davis, il suo terreno d’elezione, l’habitat dove ha compiuto imprese notevoli.

Stamane occorre resettare, e ripartite. Nonostante il malumore e la stanchezza. «Non siamo mai entrati in partita» si è giustifica­to c.t. Barazzutti ieri di fronte alla Caporetto azzurra. Ecco, entriamoci, a gamba tesa, oggi. Fogninipou­ille, la sfida tra i due numeri uno (il ligure è avanti 2-1 nei precedenti però intanto il francese è salito al numero 11 del ranking mondiale), per vivere o morire (a Seppichard­y penseremo dopo). Che sia un match di pancia, cuore, testa e budella. Senza una protesta, un lancio di racchetta, una parola fuori posto, un moccolo agli dei del tennis. Che non ce l’hanno mai avuta con noi, nemmeno un quindici dell’orrore di ieri, sia ben chiaro.

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