Ferrari, un’altra vittoria L’allungo di Vettel
Capolavoro di Vettel che trionfa in Bahrein respingendo l’attacco di Bottas & Hamilton «Le gomme erano finite, vittoria speciale»
F1 Secondo successo della Ferrari: una lotta fino all’ultimo giro
SAKHIR Resistere a oltranza. Da solo nel deserto, con le gomme cotte, con la testa piena di numeri e un fantasma grigio a sbuffarti sul collo fino a quella benedetta bandiera a scacchi. Non è un miraggio, è la terra promessa per Sebastian Vettel. Trentanove giri con le mescole soft a passeggiare sull’orlo dell’abisso, gli ultimi dieci in trance a pensare solo come risparmiare millimetri di battistrada per l’arrocco finale. Chissà quante volte il ragazzo di Heppenheim racconterà il suo duecentesimo Gp, perché il decimo trionfo con la Ferrari «ha davvero un sapore speciale».
Meglio di Melbourne settimane fa, molto meglio e per tante ragioni. Via radio diceva che era tutto sotto controllo, ma era una bugia: «Mentivo, quando mi hanno comunicato il passo di Bottas ero sicuro che mi avrebbe preso. Le gomme erano finite, ma per fortuna anche i giri». Un capolavoro costruito metro su metro grazie alla sua abilità al volante, ai calcoli del muretto e a una macchina che tratta gli pneumatici con delicatezza ed è anche più veloce della Mercedes sul dritto. Salta euforico Seb, non sa del brutto incidente accaduto durante il pit stop di Kimi Raikkonen che ha costretto Iceman al ritiro. Francesco Cigarini, il meccanico che stava cambiando la posteriore sinistra, è stato travolto dalla Rossa n°7 ed è in ospedale a Manama con tibia e perone fratturati. E così i pensieri vanno a lui, anche quelli del presidente Sergio Marchionne.
Gioia e preoccupazione si mischiano in questa gara che è uno spot anti-noia e che ha tenuto tutti con il cuore in gola per 57 giri. Il presidente si coccola il suo fenomeno: «Ha guidato da vero campione». Esalta il gruppo: «È la dimostrazione che abbiamo un’ottima monoposto, una squadra solida e due piloti in gran forma». Ma fa bene a ricordare «quanto vicini e forti siano i nostri avversari e quanto la strada sia ancora lunga». Già, la Mercedes dopo la doppia sberla nelle qualifiche è risorta miracolosamente ed è stata a un passo dal clamoroso ribaltone.
Com’è possibile se era in crisi? Bottas è stato lesto allo start a smarcarsi da Kimi, poi al 20° passaggio è rientrato ai box per la mossa a sorpresa. Montare le medie, le gomme sulle quali è stato improntato lo sviluppo invernale ma che qui non erano mai state provate fino a ieri, e tirare fino al traguardo. Le Frecce d’argento allora hanno iniziato a volare , Lewis Hamilton da nono ha risalito la corrente dopo un confronto selvaggio con Max Verstappen nelle fasi iniziali. Ci ha rimesso l’olandese — out con la ruota a pezzi — e la Red Bull che per una grana elettrica ha perso anche Daniel Ricciardo. Nella lunghissima partita a poker fra rossi e grigi il muretto Mercedes ha calato due jolly nella convinzione che Vettel avrebbe dovuto fermarsi un’altra volta dopo il primo pit. dall’altra Ma non parte, è successo con l’ausilio perché del garage remoto a Maranello, avevano previsto sulla base dei dati che Seb sarebbe riuscito a completare la gara nonostante l’usura delle gialle. Ma sono stati minuti interminabili di apnea e sguardi tesissimi. «Ci vorrà molto tempo prima che smaltisca l’adrenalina» confessa il vincitore. Domenica a Shanghai non vede l’ora di risentirla.
Marchionne Vettel ha guidato da vero campione, ma i nostri avversari sono forti e vicini: la strada è lunga
Vettel Quando a dieci giri dalla fine ho detto via radio che era tutto sotto controllo, stavo mentendo!