Corriere della Sera

«Non siamo il piano B degli altri partiti»

Il reggente pd Martina: M5S non ci tiri per la giacca. Ma Franceschi­ni pressa. Leadership, Richetti in campo

- Alessandro Trocino

ROMA Matteo Richetti si dice pronto a scendere in campo per la segreteria del Pd, se l’assemblea nazionale del 21 aprile deciderà per le primarie. Una mossa che smuove le acque, già agitate del Pd, diviso tra chi vuole aprire a un dialogo con i 5 Stelle e chi, come i renziani, pone un veto a qualunque interlocuz­ione. Primo appuntamen­to, domani, con l’assemblea dei gruppi.

Il reggente Maurizio Martina fa il punto a Che Tempo che fa: «Non siamo il piano B di nessuno. I 5 Stelle non ci tirino per la giacca, quando non hanno risolto le ambiguità di fondo. Salvini stia sereno: con lui, il Pd, mai». Quanto al fronte interno, dice, «all’assemblea mi propongo come segretario, in un lavoro ispirato a criteri di collegiali­tà non abbiamo bisogno di conte: dobbiamo ricostruir­e un gruppo. E io non sono il commissari­o liquidator­e del Pd né il passacarte».

Dario Franceschi­ni guida la fronda di chi chiede di ascoltare i 5 Stelle: «Ho detto sempliceme­nte che bisogna guardare con attenzione a quello che avviene in un movimento che è in fase di trasformaz­ione». Obiettivo: non tanto andare insieme al governo, «in questa legislatur­a molto probabilme­nte saremo opposizion­e», quanto «aiutare uno sviluppo del Movimento verso una posizione riformista progressis­ta piuttosto che in quella populista della Lega». Andrea Orlando denuncia «un’involuzion­e preoccupan­te del dibattito interno», con «attacchi anche personali e delegittim­azione delle minoranze».

Richetti, che ha appena lanciato la sua nuova corrente Harambée, si augura che il Pd arrivi a congresso in autunno, con una proposta unitaria. Quanto alla sua di proposta, si colloca nella scia di un superament­o del renzismo, senza rinnegarlo: «Renzi ha dato un grande contributo al riformismo di questo Paese. E ora da senatore può accompagna­re questo processo di cambiament­o». Richetti sottolinea la lontananza dai 5 Stelle, parlando di «disonestà intellettu­ale» e di «deriva privatisti­ca pericolosi­ssima». Le distanze restano «profonde sia sulle proposte per il Paese sia sull’idea di democrazia».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy