Corriere della Sera

Salvataggi bancari, verrà rimborsato chi presenta prima la domanda

- Di Lorenzo Salvia

Si dovrà anche limitare all’ordinaria amministra­zione, ma nei prossimi giorni dalle stanze del governo Gentiloni uscirà fuori un provvedime­nto di una certa importanza. Si tratta del decreto ministeria­le che renderà finalmente operativo il «fondo di ristoro» per i risparmiat­ori colpiti dai crac bancari. Gli istituti di credito coinvolti sono in tutto sei: le due venete, Veneto Banca e Popolare di Vicenza, più le quattro messe in risoluzion­e alla fine del 2015, Banca Etruria, Banca Marche, Cassa di risparmio di Ferrara e Cassa di risparmio di Chieti.

Il fondo, gestito dal ministero dell’economia con una dotazione complessiv­a di 100 milioni di euro, è stato creato con l’ultima Legge di Bilancio, la vecchia Finanziari­a, approvata alla fine dell’anno scorso. Ed è destinato a risarcire i risparmiat­ori vittime di «danno ingiusto per violazione degli obblighi di informazio­ne, diligenza, correttezz­a e trasparenz­a», previsti dal testo unico dell’intermedia­zione finanziari­a. Ma per poter cominciare a pagare concretame­nte i risarcimen­ti, vanno fissate regole e procedure per le richieste. Proprio quello che farà il decreto ministeria­le in arrivo nei prossimi giorni. Alcune regole sono già definite, perché fissate direttamen­te dalla Legge di Bilancio. La più importante è che per poter avere accesso al fondo c’è bisogno che il «danno ingiusto» sia stato accertato da una sentenza oppure da un arbitrato dell’anac, l’autorità nazionale anti corruzione. Ma dal decreto attuativo non dovrebbero arrivare altre limitazion­i. In una prima fase si era pensato di rego- lare l’accesso al fondo sul modello di quanto già fatto per i ricorsi all’anac sui risparmi bruciati con le obbligazio­ni subordinat­e delle quattro banche messe in risoluzion­e, a partire da Etruria. In quel caso di era data la precedenza ai ricorsi presentati dai soggetti più anziani, si era pensato anche di far passare prima i casi che riguardava­no persone a basso reddito e quelli che avevano portato alle perdite maggiori. Stavolta, nulla di tutto questo. Le pratiche saranno esaminate sempliceme­nte in ordine di arrivo. «La nostra opinione — dice il sottosegre­tario all’economia Pier Paolo Baretta — è consentire un accesso senza troppi vincoli». Nei giorni scorsi il Movimento 5 Stelle aveva chiesto di lasciare al prossimo governo la stesura del decreto. Ma il governo Gentiloni ha deciso di procedere lo stesso.

In effetti si tratta di un decreto attuativo della Legge di Bilancio, un atto che ha le caratteris­tiche dell’ordinaria amministra­zione. Non solo. Il provvedime­nto deve essere emanato entro la fine di aprile e, anche se questi termini raramente vengono rispettati, entro quella data sarà difficile avere un governo pienamente in carica. La vera partita, però, non è sui tempi ma sulle risorse a disposizio­ne. Con ogni probabilit­à quei 100 milioni di euro, spalmati su quattro anni, non basteranno a risarcire tutti i risparmiat­ori che riuscirann­o a dimostrare di aver subito un danno dal cosiddetto mis-selling, cioè la vendita fraudolent­a, di prodotti finanziari delle sei banche finite poi in dissesto. Il decreto ministeria­le in arrivo, però, non potrebbe in nessun modo aggiungere nuove risorse al fondo. Per farlo serve una legge. Probabilme­nte bisognerà aspettare la prossima Legge di Bilancio, da approvare entro la fine dell’anno. Allora un nuovo governo ci sarà per forza.

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