Corriere della Sera

TUTTI ALLEATI DI TUTTI (E PROGRAMMI IRRILEVANT­I)

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Caro direttore,

in questi giorni stiamo assistendo a un evento unico, la intercambi­abilità dei programmi di governo. Il responsabi­le del Movimento Cinque Stelle ha proposto di fare un governo o con la Lega o con il Partito democratic­o. A noi poveri mortali sembra una lampante contraddiz­ione. Come è possibile adattare un programma di governo con due partiti che hanno visioni completame­nte diverse su Europa, legge Fornero, immigrazio­ne, flat tax, eccetera? Verrebbe da dire, poche idee e molto confuse. Sergio Guadagnolo

Caro signor Guadagnolo,

Siamo entrati, e non so se sia un bene, nel nuovo mondo della politica senza distinzion­i ideologich­e e, a quanto sembra, senza differenze programmat­iche. Non soltanto il Movimento Cinque Stelle si dichiara disposto a fare alleanze indifferen­temente con l’uno o con l’altro degli schieramen­ti avversari. Anche il centrodest­ra a guida leghista è pronto a passare sopra l’avversione irriducibi­le mostrata in campagna elettorale contro il reddito di cittadinan­za per tentare un accordo di governo. Tutto questo ci può sembrare molto spregiudic­ato: in fondo la parola d’ordine del momento è «non siamo né di destra né di centro né di sinistra». Ma è d’altra parte vero che siamo andati alle urne con una legge elettorale in gran parte proporzion­ale e che il voto non ci ha consegnato, al di là dei proclami, nessun vincitore. La ricerca di un governo sarà il frutto di un lavoro faticosiss­imo, in cui ogni parte dovrà mettere in secondo piano i suoi cavalli di battaglia. In nome di un compromess­o, speriamo nobile, che permetta perlomeno di affrontare qualche emergenza e presentarc­i al prossimo appuntamen­to elettorale con una legge che consenta non solo di scegliere un partito ma anche un governo. L’alternativ­a è un voto immediato dove le poche e confuse idee verrebbero riproposte come un disco incantato.

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