Corriere della Sera

«Serie sulla rivalità tra Cia e Fbi: i retroscena dell’11 settembre»

Wright, autore di «The Looming Tower»: fiction per non dimenticar­e

- Filippo Sugar Presidente Siae Costanza Rizzacasa d’orsogna

«Quando lessi il necrologio pensai: quale ironia, l’uomo che avrebbe dovuto stanare Bin Laden è stato stanato da Bin Laden. O’neill era l’eroe che cercò invano di mettere in guardia l’fbi sul ritorno di Al Qaeda».

Veterano dell’anti-terrorismo messo alla porta dall’fbi, l’agente speciale John O’neill prese servizio come capo della sicurezza al World Trade Center neanche tre settimane prima degli attentati dell’11 settembre in cui rimase ucciso. E ora, interpreta­to da Jeff Daniels, è protagonis­ta di The Looming Tower, la serie Amazon tratta dal bestseller premio Pulitzer del giornalist­a Lawrence Wright, pubblicato in Italia per Adelphi con il titolo Le altissime torri. Come Al-qaeda giunse all’11 settembre (2007). Wright, che della serie è co-autore, racconta i retroscena della fiction.

Sono passati quasi 17 anni dall’11 settembre. Perché questa serie proprio adesso?

«Più volte Hollywood mi aveva avvicinato, ma io ero riluttante. Quel libro era la mia missione, non volevo finisse nelle mani sbagliate. Più tardi l’ho proposto ad Alex Gibney, uno dei grandi documentar­isti

GJeff Daniels (l’agente dell’fbi John O’neill) e il suo antagonist­a Peter Sarsgaard (l’agente Martin Schmidt, alla guida della Cia) entile Direttore, ringrazian­dovi per lo spazio dedicato alla vicenda Siae-sky e per l’equilibrio e la correttezz­a dell’articolo, tengo tuttavia a confermare che il mio unico virgoletta­to sulla vicenda è: «Siae non ha mai ostacolato l’apertura del mercato ed ha sempre rispettato la legge». «A questo punto chiedo a Sky di pagare gli autori ed editori con le stesse tariffe che paga agli autori tedeschi per l’uso delle opere e che non discrimini autori ed editori italiani». La ringrazio per la precisazio­ne.

americani, che aveva già portato su Hbo il mio bestseller su Scientolog­y. Insieme abbiamo arruolato Dan Futterman, sceneggiat­ore di Foxcatcher. Oggi il terrorismo è una metastasi, l’america è più divisa che mai e ogni giorno l’integrità dell’intelligen­ce viene pericolosa­mente messa in dubbio dal nostro Presidente. Soprattutt­o, una generazion­e di giovani è cresciuta senza sapere cosa sia stato davvero l’11 settembre, com’era l’america prima e perché è diventata ciò che è oggi. Ecco perché The Looming Tower è fondamenta­le».

Centrale nella serie è la rivalità tra l’fbi e la Cia, che nella sua ricostruzi­one contribuì involontar­iamente alla tragedia.

«L’11 settembre poteva essere evitato. L’fbi stava muovendo i primi passi all’estero, la Cia viveva la cosa molto male. Troppo presi da se stessi, hanno sottovalut­ato Al Qaeda. Nella serie, O’neill deve vedersela con il suo omologo alla Cia. All’apparenza lavorano per lo stesso obiettivo: evitare un attacco sul suolo americano. In realtà si fanno la guerra. Non solo. Nel primo episodio, ambientato nel 1998, Osama Bin Laden rilascia un’intervista a un giornalist­a americano annunciand­o un attacco imminente. Gli agenti ● Lawrence Wright (70 ) è un giornalist­a e scrittore Usa. Ha vinto il Pulitzer per «The Looming Tower» («Le altissime torri», Adelphi 2007), in cui delinea la nascita e lo sviluppo del terrorismo islamico fino all’attacco dell’11 settembre. Per Adelphi ha pubblicato anche «Gli anni del terrore» e «La prigione della fede. Scientolog­y a Hollywood» dell’fbi spengono la tv e vanno a bere qualcosa, mentre la telecamera indugia su un’altra tv, accesa sullo scandalo Lewinsky. Alla fine degli anni Novanta, l’america era disinteres­sata alla minaccia che avrebbe segnato il Terzo Millennio. Lo stesso direttore dell’fbi, durante l’intervista a Bin Laden, dormiva col cellulare spento. Nei primi episodi gli attentati non si vedono, ma lo spettatore guarda con orrore».

Sembra una puntata di «Homeland», invece è storia vera.

«Adoro Homeland, coi suoi personaggi imperfetti. Anche O’neill lo è. Donnaiolo, gran bevitore, irruente. Ma su Al Qaeda O’neill aveva ragione, e per l’fbi avrebbe dato la sua vita. In The Looming Tower non ci siamo inventati quasi nulla. Sul libro avevo lavorato cinque anni. Le mie fonti erano terroristi e agenti dell’intelligen­ce».

Altro personaggi­o reale è Ali Soufan, l’immigrato libanese che diventa il braccio destro di O’neill, e oggi è produttore della serie.

«Era uno di soli otto agenti in tutta L’FBI che parlava arabo, l’unico a New York, e fu essenziale per comprender­e la minaccia di Al Qaeda».

Fonti

«Nessuna invenzione per esigenze narrative Le mie fonti? Agenti segreti e terroristi»

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Antagonist­i Pulitzer
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