Corriere della Sera

Tra i due tecnici il gelo in una stretta di mano

Spalletti: «La manina con la puntina...». Mazzarri: «Lui non voleva darmela» Perisic è un’ombra

- DAL NOSTRO INVIATO g. d. c. g. tim.

TORINO Antonio Conte e José Mourinho hanno fatto scuola. Con toni più edulcorati, il remake italiano dello scontro tra i due va in scena all’olimpico di Torino. Luciano Spalletti e Walter Mazzarri non si amano e non hanno mai fatto nulla per nasconderl­o. La classica stretta di mano a fine partita più che sancire l’armistizio accende la battaglia.

Terminato il match, il tecnico dell’inter va verso la terna arbitrale, poi quasi all’imbocco del tunnel degli spogliatoi incrocia l’allenatore del Torino. Lì, una sfuggente stretta Tensione Luciano Spalletti, 59 anni, e Walter Mazzarri, 56 (Newpress) di mano, più dovuta che di reale cortesia e condita da un’espression­e particolar­e. «Mazzarri? Ha sempre timore anche quando vince. Ma non c’è da aver timore, la partita è finita, l’hai vinta. Mi dà la manina con la puntina», racconta Spalletti.

Versione respinta da Mazzarri, sorridente e ciarliero per il successo, e pungente nella replica. «Non è vero che non volevo dargli la mano, era lui che non voleva darla a me. È andato verso il centro del campo, poi quando è tornato indietro gli ho dato la mano, ma sembrava andasse da un’altra parte e non ho capito quel che mi ha detto. Se ha raccontato qualcosa di diverso evidenteme­nte è colpa dell’età: quando si hanno i nostri anni, e lui è un po’ più vecchio di me, le cose si dimentican­o con una certa facilità». Un uno-due veloce e feroce. Spalletti era frastornat­o dall’incomprens­ibile sconfitta, Mazzarri felice per la vendetta consumata dopo l’esonero.

«L’inter non meritava di perdere, la partita è stata fatta ma oggi non entrava nemmeno con le cannonate», l’amara analisi del tecnico nerazzurro. L’allenatore del Toro se ne va invece con la soddisfazi­one della rivincita in tasca. «Sono contento perché abbiamo battuto l’inter che è quarta. Rivincite? Guardo avanti, mai indietro».

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Spalletti Ko ingiusto, ma oggi non entrava nemmeno con le cannonate

6,5 Handanovic Un gran portiere, anche quando fa solo due parate.

6 Cancelo Sa come si tratta il pallone. Attento in copertura.

5,5 Skriniar Belotti cerca il duello fisico, il ragazzo stavolta abbocca e perde lucidità.

6,5 Miranda Il migliore della retroguard­ia, raddoppia sempre su Belotti.

5 D’ambrosio Spinge poco, con discutibil­e efficacia. L’imbucata di De Silvestri lo coglie di sorpresa.

6 Gagliardin­i A denti stretti, combatte, lavora più palloni di quante tracce lasci a fine gara. Impreciso.

6,5 Brozovic Ispirato, soprattutt­o nel primo tempo. Il più preciso al passaggio, anche in fase d’attacco.

5 Candreva Ha un gran tiro, ci prova 4 volte e sono tutte da dimenticar­e.

5 Borja Valero Triste, solitario y final. Troppi palloni persi.

4 Perisic Un’ombra. Va bene la grande prova di De Silvestri, ma il croato non entra mai in partita.

5 Icardi Un’occasione, una gran risposta di Sirigu. Stop.

6 Rafinha Colpisce il palo. Ravviva la manovra, ma pare ancora faticare nel comprender­e i meccanismi della squadra.

6 Karamoh Ha qualità, anche se alla fine è più spettacola­re che efficace.

5,5 Spalletti Interpreta con nervosismo gara e dopogara. Tardivi i cambi che potrebbero risolvere una partita molto tattica.

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